Il film, diretto da Giuseppe Palmeri, è un'opera che scava nella memoria e nelle radici, indagando il legame intimo tra l'individuo, il territorio e i ricordi. Ambientato in un piccolo paese siciliano degli anni '80, "Io Rimango Qui" segue le vite di quattro amici d'infanzia – Giorgio, Marta, Matteo e Alice – tracciando un percorso introspettivo che abbraccia le sfide dell’amore, della crescita e della separazione. Il film non è soltanto un racconto di eventi passati, ma un poema visivo, dove i ricordi diventano emozioni vive e la memoria e la nostalgia si fanno nucleo di una riflessione profonda sul tempo e sull’identità.
Nel cuore di questo docufilm, le radici non sono soltanto il legame con un luogo fisico, ma si trasformano in una componente essenziale dell’essere, un simbolo dell'identità che si costruisce attraverso il ricordo. Palmeri si muove in controtendenza rispetto all’epoca moderna, caratterizzata dalla velocità e dalla smaterializzazione dei legami. Invece, egli celebra il senso di appartenenza a un luogo, quel richiamo emotivo a un passato che continua a persistere nonostante lo scorrere del tempo. La memoria, in questo senso, diviene non solo un archivio, ma un rifugio interiore in cui le esperienze si stratificano e costituiscono l'essenza dell'individuo.
Non è una nostalgia sterile quella che attraversa l'opera di Palmeri, bensì una forza creativa capace di alimentare la creazione artistica. "Io Rimango Qui" esplora questa nostalgia non come desiderio di ritorno, ma come uno strumento attraverso il quale l’artista rielabora il passato, trasformando le esperienze vissute in nuove forme di espressione. Il film suggerisce che il passato, anziché essere una prigione di rimpianti, è una risorsa inesauribile da cui attingere per dare vita a qualcosa di nuovo. In un'epoca segnata dall'iperconnessione e dalla fragilità delle relazioni, il recupero del passato, in questo film, diventa un atto di resistenza culturale.
Nella narrazione si avverte la tensione tra il cambiamento continuo della modernità e il desiderio di radicamento. Oggi più che mai viviamo in un mondo in cui tutto appare fluido, incerto, dove le identità sono costruite su fondamenta mobili e i legami fisici vengono sostituiti da connessioni digitali. Palmeri contrappone questa visione a una riscoperta delle radici, che nel film non rappresentano una gabbia, ma un ancoraggio. Le promesse fatte in gioventù da Giorgio, Marta, Matteo e Alice diventano il filo conduttore che li tiene legati nonostante le distanze, offrendogli il sostegno necessario per affrontare un presente mutevole. Le immagini del piccolo paese siciliano, i giochi dell’infanzia e i momenti di condivisione tra i protagonisti conferiscono al film una straordinaria intensità emotiva. Il passato non è soltanto una sequenza di ricordi, ma un mosaico che riflette chi siamo oggi e ci orienta verso il futuro. Rivivere il passato, in "Io Rimango Qui", è un ritorno consapevole, una riconciliazione con le origini che permette ai protagonisti di comprendere meglio se stessi nel presente.
Le musiche originali di Gaetano Bellomo accompagnano le immagini con straordinaria delicatezza, arricchendo l’atmosfera di una nostalgia che non è mai opprimente, ma profondamente evocativa. Il suono, lontano dall’essere un semplice sfondo, si fonde con la narrazione, diventando parte integrante della struttura narrativa e amplificando le emozioni. È come se la colonna sonora, dialogando con le immagini, restituisse allo spettatore una dimensione sensoriale complessa, dove passato e presente si incontrano e si sovrappongono.
Palmeri, con grande sensibilità, riesce a trasformare un racconto di memorie individuali in un'esperienza universale, in cui ognuno può riconoscere qualcosa di sé. "Io Rimango Qui" si pone come un inno alla lentezza, alla profondità delle relazioni umane, opponendosi alla superficialità che spesso accompagna il nostro vivere iperconnesso. In un mondo che ci spinge a correre, il film ci invita a fermarci, a riscoprire il valore delle radici e delle promesse che continuano a legarci agli altri, nonostante il passare del tempo e delle circostanze.
"Io Rimango Qui" è ma un messaggio di speranza per il futuro. È un’opera che ci ricorda che, anche in un mondo in continua trasformazione, ci sono legami che restano inalterati, punti fermi che ci aiutano a orientarci nel caos della modernità. E attraverso questa riscoperta delle radici, Palmeri ci mostra che l’identità non è un concetto statico, ma un dialogo continuo tra ciò che siamo stati e ciò che aspiriamo a diventare.
Patrizia Genovesi
Sabato 28 settembre ore 17 proiezione speciale all'Open Studio Gallery di Roma