Da Varsavia, in serata, il presidente americano Joe Biden, si è rivolto al popolo ucraino per ribadire che gli Stati Uniti sono al loro fianco, affermando che i combattimenti di oggi a Kiev, Mariupol e Kharkiv sono le ultime battaglie di una lunga lotta...
"L'Ungheria nel 1956, la Polonia nel 1956 e poi di nuovo nel 1981, la Cecoslovacchia nel 1968... i carri armati sovietici repressero le rivolte democratiche, ma la resistenza continuò fino a quando finalmente nel 1989, il muro di Berlino e tutti i muri della dominazione sovietica, caddero e il popolo prevalse. La battaglia per la democrazia non poteva concludersi e non si è conclusa con la fine della Guerra Fredda.Negli ultimi 30 anni le forze dell'autocrazia sono rinate in tutto il mondo. I suoi tratti distintivi sono quelli familiari. Il disprezzo per lo stato di diritto, il disprezzo per la libertà democratica, il disprezzo per la verità stessa. Oggi la Russia ha soffocato la democrazia e ha cercato di farlo anche al di fuori dei propri confini".
Ma Biden si è rivolto anche al popolo russo, per ricordargli che lui ha lavorato con i leader russi per decenni, dal culmine della Guerra Fredda.
"Ho sempre parlato direttamente e onestamente con voi, popolo russo. Voglio dirvi questo, se siete in grado di ascoltare. Voi, popolo russo, non siete il nostro nemico. ...Mi rifiuto di credere che applaudiate l'uccisione di bambini e nonni innocenti. O che accettiate che ospedali, scuole, reparti di maternità suiano distrutti con missili e bombe. O che lo siano le città, circondate in modo che i civili non possano fuggire, con i rifornimenti bloccati in modo da farle capitolare per fame. ... Milioni di persone vengono cacciate dalle loro case, e tra queste la metà di tutti i bambini ucraini. ...Queste non sono le azioni di una grande nazione".
Infine, Biden non ha mancato di rivolgersi a Putin, già definito in precedenza un macellaio: "Per l'amor di Dio, quest'uomo non può rimanere al potere".
I have come to Europe with a clear and determined message: We must commit now to be in this fight for democracy for the long haul.
— President Biden (@POTUS) March 26, 2022
We must be unified today and tomorrow.
History shows that this is the task of our time – of this generation. pic.twitter.com/3xNSDAhhFd
Successivamente, è arrivata la replica del Cremlino che la Reuters ha riportato in questi termini: "Non spetta a Biden decidere. Il presidente della Russia è eletto dai russi".
Un funzionario della Casa Bianca ha poi precisato che Biden non stava chiedendo un cambio di regime, ma stava sottolineando che a Putin non può essere permesso di esercitare il proprio potere sui suoi vicini o sulla regione.
Biden in precedenza, insieme al segretario di Stato Antony Blinken e al segretario alla Difesa Lloyd Austin, aveva incontrato i ministri del governo ucraino, Kuleba e Reznikov, con i quali avrebbe concordato le prossime misure da prendere per ridurre il numero di missili russi che colpiscono l'Ucraina.
E forse proprio per questo i bombardamenti russi hanno interessato tutto il Paese anche durante le ore diurne. 13 le esplosioni registrate nel distretto di Sviatoshynskyi, nella parte occidentale di Kiev. Poi, missili russi hanno colpito Leopoli causando alcuni feriti e la distruzione di un deposito di carburante in un primo attacco intorno alle 16:30. Un secondo attacco è stato registrato poche ore dopo, ma non si hanno notizie di danni o vittime, che però si sono registrate nei villaggi di Tarasivka, Trebukhiv e Shevchenkove e nella città di Bucha, che si trovano nell'oblast di Kiev.
A Kharkiv il reattore nucleare del locale Istituto di fisica e tecnologia, utilizzato per scopi scientifici, è finito sotto il fuoco dei russi. Le autorità ucraine non sono ancora state in grado di valutare i danni al sito, perché i bombardamenti sono ancora in corso.
Il sindaco di Chernihiv, Vladyslav Atroshenko, ha dichiarato in giornata che la città, capoluogo di regione nel nord dell'Ucraina, è stata completamente distrutta e oltre 200 civili sono stati uccisi.
Questa, invece, è la descrizione di ciò che sta accadendo in queste ore a Mariupol, fatta dal vicesindaco Sergey Orlov alla BBC:
"Alcune persone stanno morendo per disidratazione e mancanza di cibo. Altre muoiono per mancanza di medicine, di insulina... perché non riescono a trovare farmacie o assistenza medica. ... Alcune madri non hanno latte e non hanno cibo per i loro bambini. Cosa dovrebbero fare con i bambini? Non lo so. Non c'è niente da mangiare per i bambini in città. ... Le persone cercano di sopravvivere condividendo cibo, acqua... raccolgono legna per cucinare per strada".
La comunicazione con la città è difficile, poiché la rete telefonica funziona ad intermittenza. I residenti trascorrono la maggior parte del loro tempo in rifugi o scantinati, senza elettricità, acqua corrente e gas.
Sempre a Mariupol, secondo le ultime testimonianze, truppe russe avrebbero spostato con la forza il personale e i pazienti del Mariupol City Hospital in un luogo sconosciuto. Non è chiaro quante persone siano state deportate. L'ospedale ospitava circa 700 persone.
Forse, definire Putin un macellaio, a questo punto, è poca cosa.