E' stato appena aperto a Washington il "National Museum of African American History and Culture", il primo museo per la storia e la cultura dei neri negli Stati Uniti. L'edificio che ospita il museo, opera dell'architetto inglese David Adjaye, originario del Ghana, si trova nella National Mall, la strada più importante della capitale, dove ci sono i monumenti dei padri fondatori, George Washington, Thomas Jefferson, Abraham Lincoln, Franklin D. Roosevelt. L'unico afroamericano, il cui monumento ha avuto l'onore di entrare a far parte di questa schiera di eletti, è stato Martin Luther King.

Di questo museo si è discusso per quasi cento anni. Prima progettato, poi respinto, i finanziamenti negati, se ne cominciò a riparlare negli anni 70, ma solo nel 2003 George Bush firmò la legge che lo autorizzava.

L'edificio del museo sembra una piramide rovesciata, con una facciata in vetro decorata con archi di alluminio rivestiti di bronzo. Vincoli urbanistici hanno impedito lo sviluppo in altezza e quasi metà della costruzione è sottoterra. Dei 40.000 oggetti donati al museo e provenienti da ogni parte degli Stati Uniti, appena una decima parte potrà essere esposta al pubblico dei visitatori.

Il museo guida attraverso la storia lungo un percorso fatto di schiavitù, discriminazioni razziali, movimenti civili. In certi casi, gli oggetti in mostra sono particolarmente impressionanti, tanto che si è deciso di mettere a disposizione una equipe di psicologici, pronti ad aiutare i visitatori, se necessario, a rielaborare il materiale esposto.

In mostra, ai piani inferiori, si vedono i blocchi di ferro che servivano ad equilibrare il peso del carico umano sulle navi dei trafficanti di schiavi. Ci sono catene di ferro, così piccole da far pensare che fossero applicate a dei bambini. Manifesti invitano gli uomini di colore ad arruolarsi nell'esercito nordista durante la guerra civile e volantini pubblicizzano la vendita privata e la messa all'asta di "un assortimento generale di negri".

Non mancano i cappucci del Ku-Klux-Klan con i fori per gli occhi e nemmeno la bara di Emmett Till, il quattordicenne, linciato nel 1955 in Mississippi per aver osato avvicinare una donna bianca. Nel museo si trova anche la statua di Thomas Jefferson, il principale autore della costituzione degli Stati Uniti, che i libri di storia definiscono "il padre della libertà". Nella parete subito dietro sono elencati i nomi dei più di 600 schiavi neri al suo servizio (foto sotto).

Salendo ai piani superiori il tono dell'esposizione si alleggerisce e in mostra ci sono le testimonianze degli americani di colore che hanno dato il loro contributo alla storia ed alla cultura del paese, nel campo della musica, della pittura, dello spettacolo e dello sport.