L'Istat ha pubblicato i dati sul PIL italiano relativi al secondo trimestre del 2016. Calcolate le correzioni per gli effetti del calendario, il dato è rimasto invariato rispetto a quello registrato nel trimestre precedente, seppure in aumentato dello 0,7% nei confronti dello stesso periodo del 2015. Ma in questo caso va ricordato che il secondo trimestre del 2016 ha avuto una giornata lavorativa in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2015.

Il dato fatto registrare nel secondo trimestre, riportato sul 2016, indica una crescita sui 12  mesi pari allo 0,6%. Come questo dato, considerate le previsioni di fine anno del ministro dell'Economia Padoan e del presidente del Consiglio Renzi che indicavano per l'anno in corso una crescita più che doppia, possa confermare gli obiettivi di bilancio non è comprensibile. Ed in relazione a ciò non bisogna  dimenticare  le famose clausole di salvaguardia imposte dall'Europa che prevedono interventi automatici, ad esempio sul valore percentuale dell'IVA, nel caso di possibile sforamento dei conti.


In Europa le cose sembrano andare diversamente. La Germania, rispetto alle previsioni che indicavano una crescita dello 0,2%, ha fatto registrare un aumento del proprio Prodotto Interno dello 0,4%. Il dato potrebbe essere significativo anche per il PIL dei paesi dell'eurozona, in grado di causare una sorta di effetto trascinamento. Il dato tedesco, corretto per i giorni lavorativi, riportato sui 12 mesi indica  una crescita dell'1,8%, sostenuta sia dalle esportazioni che dalla spesa interna, sia nel settore pubblico che in quello privato.

Nello stesso periodo il PIL è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% anche in Gran Bretagna mentre ha segnato una variazione nulla in Francia, anche se, in termini tendenziali, la crescita sui 12 mesi è rispetti vamente del 2,2% nel Regno Unito, dell'1,4% in Francia.

Eurostat ha pubblicato i dati sul PIL in Europa. Per quanto riguarda l'area euro il PIL è cresciuto in media dello 0,3% (+ 1,6%) e dello 0,4% (+1,8%) per i 20 stati dell'Unione rispetto al secondo trimestre del 2015.