Lunedì 15 giugno, presso lo stabilimento della Tecnoacciai, nella florida zona industriale di Bari, si è tenuto un incontro tra aziende, associazioni di rappresentanza quali Confimi e Confapi e alcuni rappresentanti del Politecnico di Bari.

L’evento è stato uno dei tanti che si susseguono da due anni di affiatata collaborazione tra università e aziende.

Obiettivo dell’incontro è stato quello di costruire un nuovo modello di interlocuzione tra imprese e università e fare in modo che la ricerca non resti solo nelle aule ma entri anche operativamente nel mondo delle aziende. 

In questo preciso momento storico inoltre, è impellente trovare anche un’opportunità nella crisi che purtroppo si è avuta per l’emergenza coronavirus.

È emersa la grande esigenza delle imprese di avere al proprio fianco le università, così come sono state confermate disponibilità e capacità che il Politecnico, interlocutore valido e capace, ha maturato negli ultimi anni di essere vicino alle imprese interpretandone esigenze e bisogni. 

Sottolinea Riccardo Figliolia, segretario generale Confimi Puglia, “Insieme è possibile vincere la sfida dell’innovazione”.

Decisiva la presenza e l’intervento di Carlo Maria Martino, presidente di Confapi Puglia e fondatore della Tecnomec Engineering Srl che con il Politecnico ha siglato importi accordi di collaborazione.

Confimi e Confapi, con strette di mano che vanno al di là del numero di iscritti e associati, vogliono essere vicini alle aziende per condurle su sentieri a volte sconosciuti perché avveniristici e, soprattutto, intendono sostenerle e rilanciarle anche in momenti in cui è oggettivamente difficile resistere sul mercato nazionale e internazionale.

La parola d’ordine resta comunque INNOVAZIONE. Ed è quella che stanno seguendo le aziende non solo di Bari e della relativa zona industriale ma di tutte le realtà dell’intera provincia.

L’ing. Carlo Martino, in particolare, parla del futuro dell’azienda che ha creato, la Tecnomec Engineering, puntando sempre al settore energia e spingendo gli orizzonti verso l’idrogeno, che si prospetta come una delle fonti più promettenti, e il cosiddetto idrogeno rinnovabile che viene prodotto utilizzando elettricità generata da energia eolica o solare per alimentare l'elettrolisi dell'acqua.