La trasferta europea di Zelensky può essere riassunta nell'ennesima questua di nuove armi all'Europa. Lo ha dichiarato lo stesso presidente ucraino nei suoi interventi odierni: al Parlamento e al Consiglio europeo. Non possiamo tornare a mani vuote, ha poi aggiunto.
Quali siano le nuove armi chieste da Zelensky non è un mistero: aerei da caccia (probabilmente multiruolo come gli F-16, aerei datati ma ancora efficientissimi) e missili a lungo raggio.
Metsola e Michel hanno appoggiato le richieste di Zelensky, senza entrare nei dettagli, e lo stesso presidente, così come i suoi consiglieri, hanno fatto capire che tali armi saranno quasi sicuramente consegnate a Kiev.
In una intervista rilasciata alla tv ucraina, il consigliere Podolyak ha fatto intendere che aerei e missili a lungo raggio, oltre che i carri armati, arriveranno in Ucraina. Quello che rimane da definire è il quando, il dove e il come.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che sarebbero gli ucraini a soffrire se la Gran Bretagna o altri paesi occidentali forniranno aerei da combattimento a Kiev, e che il confine tra il coinvolgimento occidentale nella guerra, tra indiretto e diretto, sta ormai scomparendo.
Tali decisioni "porteranno a un'escalation della tensione, prolungheranno il conflitto e lo renderanno sempre più doloroso per l'Ucraina", ha dichiarato Peskov.
Non bisogna inoltre dimenticare l'altro mantra di Zelensky: l'ingresso dell'Ucraina nell'Ue. La richiesta che ha fatto e farà anche negli incontri bilaterali con i rappresentanti degli Stati membri è che il percorso per l'ingresso dell'Ucraina nell'Ue possa avere una via preferenziale, confidando che la decisione di avviare i negoziati di adesione possa esser presa già entro quest'anno.
Intanto, rimane intenso il conflitto nel Donbass con gli ucraini che dicono di mantenere intatta la linea del fronte nel Donetsk e i russi che affermano, invece, di star compiendo passi avanti significativi nell'intento di occupare l'intero oblast.