Mentre il Mise pubblica il bando di concorso per il nuovo logo del ministero dello Sviluppo, affinché possa essere così in grado di "rappresentare il ruolo da esso ricoperto nella società italiana, nonché le sue principali competenze nei settori dell'industria, dell'energia, del mercato e delle telecomunicazioni", allo stesso ministero continuano ad essere 160 i tavoli di crisi aziendali irrisolti, 200 milioni le ore utilizzate di cassa integrazione da gennaio a settembre 2019, mentre è arrivato quasi a 700 il numero di morti sul lavoro dall'inizio dell'anno.

E a rendere ancor più grottesca l'iniziativa del Mise e del ministro Patuanelli, soprattutto in base alle motivazioni esposte, è anche il prossimo appuntamento del 31 ottobre, giorno dello sciopero generale di tutta la provincia di Napoli - con la manifestazione per le vie del capoluogo da piazza Mancini a piazza del Gesù  - a sostegno dei lavoratori napoletani della Whirlpool, che dal 1 novembre saranno senza lavoro!

Uno sciopero che Fiom, Fim e Uilm hanno esteso anche a livello nazionale, per due ore, durante le quali si terranno assemblee in tutti i luoghi di lavoro.

Ciò che accade ai lavoratori di Whirlpool a Napoli è accaduto in Italia ad altre migliaia di lavoratori occupati in aziende che operavano anche in altri settori economici, diversi da quello metalmeccanico.

Fiom, Fim e Uilm, in una nota, hanno denunciato che in Italia stiamo ormai assistendo a "una situazione insopportabile: aumenta il ricorso agli ammortizzatori sociali, aumentano gli annunci di chiusure di interi stabilimenti in tutti i settori, dall'elettrodomestico alla siderurgia, dall'automotive all'elettronica, dall'informatica fino alle installazioni. I processi di ristrutturazione troppo spesso garantiscono redditività alle imprese, scaricandone il prezzo sui lavoratori".

Qual è la soluzione proposta? "Investire nella transizione industriale che fermi la chiusura di stabilimenti e investa sulle persone che lavorano, a partire dai grandi gruppi, le multinazionali, fino alle piccole imprese, affinché si assumano la responsabilità della salvaguardia dell'occupazione e del miglioramento delle condizioni di lavoro attraverso l'innovazione... oltre a favorire politiche che garantiscano e tutelino il lavoro in Italia investendo nella ricerca e sviluppo e nella formazione continua, nelle infrastrutture, nella riduzione dei costi energetici e della burocrazia".

Come tutto questo il Ministero dello Sviluppo economico lo possa risolvere cambiando il proprio logo è un mistero che solo Patuanelli può rivelare.