Dopo attese e rinvii è stato reso noto il piano industriale fino al 2021 che dovrebbe rilanciare Alitalia, risollevandola dalla crisi ventennale da cui sostanzialmente non è mai uscita, nonostante ricapitalizzazioni, fallimento, nuova azienda, nuovi soci e nuove alleanze.

Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia si era già riunito in paio di giorni fa sotto la presidenza del dimissionario Luca Cordero di Montezemolo, che verrà sostituito da Luigi Gubitosi, approvando il piano di rilancio della Compagnia presentato dall’Amministratore Delegato Cramer Ball.

Per tale piano è previsto un finanziamento da parte degli azionisti ed il denaro sarà messo a disposizione solo nel caso in cui venga un trovato un accordo con i sindacati sulle misure relative al personale previste nel piano di rilancio.

Adesso vediamo quali sono le misure messe sul piatto dall'azienda, partendo dall'elenco dei punti principali:

Riduzione dei costi per 1 miliardo di euro entro la fine del 2019.
Aumento dei ricavi del 30% entro la fine del 2019.
Ritorno all’utile entro la fine del 2019.
Flotta di breve e medio raggio ridotta di 20 aerei.
Nuova offerta competitiva per le rotte di breve e medio raggio.

Il dettaglio del piano non ha riservato delle buone sorprese ai dipendenti Alitalia. Infatti, per risparmiare 1 miliardo di euro entro il 2019, tra le misure scelte dall'azienda, oltre alla dismissione di alcuni aerei a corto e medio raggio, vi è il classico ricorso ai licenziamenti con 2.037 esuberi.

In particolare, di questi 1.338 sono a tempo indeterminato, 558 a tempo determinato e 141 all’estero. A questi vanno aggiunti anche 400 naviganti per i quali la solidarietà difensiva scade a fine anno.

A chi rimane, Alitalia ha chiesto anche tagli allo stipendio del 28% per i piloti delle rotte a medio raggio, del 22% ai piloti di lungo raggio e del 32% per gli assistenti di volo.

A far digerire ai sindacati questi tagli non sono state sufficienti le promesse di nuovi investimenti nel 2019 con l'arrivo di 8 nuovi aerei e 500 persone da assumere. Per questo motivo, le varie sigle sindacali che rappresentano i lavoratori Alitalia hanno annunciato uno sciopero di 24 ore per mercoledì 5 aprile.

Gli altri aspetti del piano - riassumibili in rivisitazione del modello di business, incremento della produttività, ottimizzazione del network e delle partnership, sviluppo di nuove iniziative commerciali sfruttando gli investimenti in tecnologia per incrementare i ricavi - sono stati giudicati risibili e di pura facciata.

Secondo i sindacati, non esiste un piano di rilancio, ma solo un piano di licenziamenti, anticipando così quello che sembra profilarsi un muro contro muro con l'azienda che, è necessario ricordarlo, ha in cassa la liquidità necessaria per far volare i propri aerei solo fino alla fine del mese di aprile. Se il piano di rilancio non verrà approvato in tempo e i soci non metteranno mano al portafoglio, l'Enac potrebbe decidere di far rimanere a terra l'intera flotta Alitalia.