Salute

Gravidanze adolescenziali: l’OMS aggiorna le linee guida per contrastare un’emergenza globale

Gravidanze adolescenziali: l’OMS aggiorna le linee guida per contrastare un’emergenza globale

La gravidanza in età adolescenziale rimane una delle sfide più urgenti per la salute pubblica mondiale, rappresentando la principale causa di morte per le ragazze tra i 15 e i 19 anni. Per affrontare questa criticità, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato nuove linee guida, aggiornando quelle del 2011, con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione, proteggere i diritti delle adolescenti e contrastare le disuguaglianze strutturali che alimentano il fenomeno.  

A livello globale, si registrano miglioramenti: nel 2021, una ragazza su 25 ha partorito prima dei 20 anni, rispetto a una su 15 di vent’anni fa. Tuttavia, le disparità restano marcate. In alcuni Paesi, quasi una ragazza su 10 (15-19 anni) diventa madre ogni anno. Nei contesti a basso e medio reddito, oltre 21 milioni di adolescenti rimangono incinte annualmente, metà delle quali in modo non intenzionale. Queste gravidanze comportano rischi sanitari elevati, come infezioni, parti pretermine e complicazioni da aborti non sicuri, oltre a impatti sociali ed economici devastanti: abbandono scolastico, marginalizzazione e cicli di povertà intergenerazionali difficili da interrompere.  

Secondo l’OMS, le cause sono multifattoriali e interconnesse: povertà, mancanza di opportunità, gap di genere e accesso limitato ai servizi di salute sessuale e riproduttiva. Un fattore cruciale è il matrimonio infantile, che nel 90% dei casi nei Paesi più vulnerabili precede le gravidanze adolescenziali. «Il matrimonio precoce nega l’infanzia e mina la salute delle ragazze», sottolinea la dottoressa Sheri Bastien, esperta OMS. «L’istruzione è chiave per cambiare il loro futuro, permettendo di comprendere il consenso, tutelare la salute e sfidare le disuguaglianze di genere».  

Le nuove linee guida delineano un approccio integrato, coinvolgendo sistemi sanitari, educativi, legali e comunitari. Tra le priorità:  

  1. Estensione dell’istruzione secondaria: completare la scuola secondaria ridurrebbe i matrimoni precoci fino a due terzi. Per le ragazze più vulnerabili, l’OMS propone incentivi economici, come borse di studio legate al completamento degli studi, come alternativa concreta alla maternità precoce.
     
  2. Accesso a servizi sanitari riservati: contraccettivi moderni, consulenza qualificata e cure prenatali o abortive sicure devono essere disponibili senza barriere legali o culturali. Da eliminare, ad esempio, l’obbligo del consenso parentale, che in molti Paesi limita l’accesso.  

  3. Educazione sessuale completa (CSE): strumento essenziale per conoscere il proprio corpo, comprendere il consenso e adottare scelte informate. Studi dimostrano che la CSE ritarda l’esordio sessuale, riduce i partner e aumenta l’uso di contraccettivi.  

  4. Lotta al matrimonio precoce: servono leggi che innalzino l’età minima a 18 anni e programmi comunitari che coinvolgano famiglie e leader locali.  

«Affrontare le gravidanze precoci significa creare condizioni in cui le ragazze possano prosperare», afferma la dottoressa Pascale Allotey, direttrice OMS per la Salute Sessuale e Riproduttiva. «Garantire istruzione, protezione da violenza e coercizione, accesso a servizi che rispettino i loro diritti e scelte autonome sul futuro».  

La sfida richiede un’azione coordinata: solo investendo su istruzione, equità di genere e salute riproduttiva si potrà spezzare il circolo vizioso che ancora oggi condanna milioni di adolescenti.

Autore Vincenzo Petrosino
Categoria Salute
ha ricevuto 378 voti
Commenta Inserisci Notizia