Per Juric il 5-1 di Firenze è acqua passata
Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate a Trigoria dall'allenatore della Roma, Ivan Juric, nella conferenza stampa alla vigilia di Roma-Torino, che si disputerà giovedì per la decima giornata di Serie A.
"A Firenze c’è stato un crollo emotivo, dal mio punto di vista, rivedendo le immagini. Dopo 40 giorni di buon lavoro - non eccellente, ma buono, dove ci sono state delle buone prestazioni - mi aspettavo un passo in avanti. Invece c’è stato un crollo totale. Potrebbe essere anche una svolta in positivo. Magari è meglio perdere così che nascondere qualche problema, che cova già da anni o da tempo. Se raccogliamo bene quello che è successo, può essere una svolta, come quando il Milan prese 5 gol dall’Atalanta con Pioli: anche lui là disse che aveva capito le cose e cominciarono a lavorare nel modo giusto. ...Ultima spiaggia? Io non ci penso proprio. Ogni volta mi chiedete cose così, ma io penso a fare il mio lavoro e quello che succede, succede. Sapendo cosa si può migliorare o cosa è stato fatto bene. Io penso che la rosa della Roma non si possa permettere esclusioni, anzi bisogna portare tutti dentro, il più possibile: occorre far capire il significato di maglia, di posto, di quello che bisogna fare. Non escludere, ma convincere anche perché non è tempo di mercato. O meglio, non convincere: far presente quello che va fatto in questo momento. ...Gli ultimi due, sono stati giorni di litigi, pesanti, però è anche meglio che sia successo presto. Che sia uscito fuori ciò che era stato accumulato, in questi due giorni: sia litigi, sia discussioni. Abbiamo indirizzato la barca, almeno a livello di pensiero. Su cosa deve fare la squadra, su cosa deve essere concentrata. In quel senso io la vedo come una cosa positiva, anche il mio carattere preferisce questo tipo di confronti, per andare a testa alta, pulita, invece di fare chiacchiere dietro. Cercherò di mettere in campo la squadra migliore possibile, cercando di vincere la partita. Per me è tutto chiuso, zero a zero, si riparte alla grande. Ieri li ho visti giusti, convinti. Come ho detto, magari è meglio così che perdere 1-0 e continuare questo tran tran. È un momento importante per tutti quanti. ...Cosa c’era di accumulato nei giocatori? Deve rimanere tra di noi. Ho detto che ci sono stati litigi, scontri, ma sul resto deve restare tra noi. Non voglio parlare di questo. Penso che ci siamo detti la verità. All’inizio magari in modo violento, poi in modo più ragionevole. Il mio punto di vista è semplice: sono l’allenatore, devo preparare la squadra sulla partita. Il mio medico deve prendersi cura dei giocatori. E i calciatori devono giocare. Molto semplice. Devono pensare a come correre, alla posizione del corpo, a essere concentrati, come io devo solo pensare a far giocare nel miglior modo possibile la squadra. Stessa cosa chi qua dentro ha altri compiti e deve pensare al suo, non ad altre cose. La definizione dei ruoli è importantissima, secondo me. Ognuno si concentrasse su quello che veramente può incidere. ...Io penso che la squadra in sette partite ha preso 5 gol. Se voglio fare un paragone con lo scorso anno, tra Torino e Roma, il Torino con questo modo di giocare ha preso 36 gol e la Roma 46. Per me sono solo scuse. Se non sono convinti i giocatori, me lo possono tranquillamente dire e io me ne vado. Mi risulta invece che la situazione sia diversa, che loro siano convinti: i giocatori vogliono fare bene, vogliono migliorare rispetto a Firenze. Porta tanti benefici questo modo di giocare: si può fare benissimo, loro hanno le caratteristiche per farlo alla grande, sia nella fase di possesso, sia in quella di non possesso. Non vedo problemi. ...Con il presidente abbiamo dei contatti. Abbiamo parlato di tutte le cose, e bene secondo me. Queste sono tutte cose che tolgono il pensiero sul campo. Resto di questa idea. Ognuno deve fare il suo: io devo allenare. Guardando l’organizzazione qui, come dico dal primo giorno, non vedo delle mancanze. Anzi, io preferisco così. Ossia, che prendo io le decisioni. La società ti responsabilizza, dobbiamo fare i risultati. Tutto il resto è distrazione. Ognuno deve fare il suo: lavorare forte, con grande umiltà, questa è la cura giusta per uscire da una situazione. Dopo una sconfitta così, si chiarisce bene tutto. Questa è la mia idea".
Nell'idea dei Friedkin invece, almeno secondo i media romani fino a ieri, c'era la volontà di dare di nuovo la guida della squadra a Daniele De Rossi, aggiungendo nell'organico Claudio Ranieri (anche lui ex giallorosso) come direttore tecnico.
Le solite fantasie di chi si occupa di calcio? Forse. Ma se la Roma giovedì non dovesse vincere, ne avremo o meno conferma.