Mario Panzeri, dopo aver iniziato la sua carriera come cantante di varietà, comincia a scrivere canzoni. Il primo successo è Maramao perché sei morto, che qualche livornese mattacchione identifica con Costanzo Ciano e ne mette alcuni fogli sull'erigenda statua che il regime aveva deciso di tirar su dopo la sua morte, .

Da quella volta, alcune delle canzoni scritte da Panzeri sono diventate, forse suo malgrado, canzoni politiche.

Così il Pippo non lo sa, quello che quando passa fa rider tutta la città, viene identificato come Achille Starace. Nel dopo guerra stessa sorte toccherà a Papaveri e papere, Casetta in Canadà e, soprattutto, Fin che la barca va, che divenne quasi un inno di protesta per l'allora PCI.

Nel 1943, Panzeri scrive il testo per Il tamburo della banda d'Affori, una marcetta di Nino Ravasini, dove ad un certo punto si parla del tamburo principale, per l'appunto della banda d'Affori, che comanda 550 pifferi, che vengono subito riconosciuti come i componenti della Camera dei fasci e delle corporazioni che erano, vedi un po', 550. Ovviamente, il tamburo principale non poteva che essere Benito Mussolini. 

Oggi i pifferi della Camera che hanno dato la maggioranza a Draghi sono stati 535, 262 quelli al Senato... e in base a quello che lui sostiene, sono stati orchestrati da Matteo Renzi, l'attuale tamburo principale della banda d'Affori, cioè il Parlamento della Repubblica italiana.


Nel 2018, i 5 Stelle vincono le elezioni, ma non hanno i numeri per formare un governo. Corteggiano il Partito Democratico, ma Renzi si oppone all'alleanza, e così i grillini formano il governo con la Lega, dando vita ad una coalizione fortemente anti-europeista, guidata da Giuseppe Conte. 

Nel 2019 Salvini, sborniato dalla sua stessa popolarità, abbandona la coalizione, pensando che non si possano formare altri governi e che, pertanto, non ci sarà altra scelta che tornare a votare. In quel momento Renzi, ancora nel Pd, accetta non solo di fare un governo con i 5 Stelle, ma anche che sia lo stesso Conte a guidarlo. 

Poi, non appena il governo iniziava a fare i primi passi, lui è uscito dal Partito Democratico insieme alla sua corte di parlamentari, che aveva fatto eleggere nelle liste del Pd nei collegi sicuri del Senato, e si è fondato il suo partitino personale, quello dell'Italia (più morta che) Viva. 

In questo modo, anche stavolta ha potuto smentirsi facendo ciò che in passato aveva più volte condannato come politicamente indecente: ricattare il governo di cui faceva parte con un partitino del 2%.

Grazie alle sue amicizie tra finanzieri, industriali, industriali editori, americani, israeliani, cinesi, sultani e principi arabi (pecunia non olet), Renzi ha aumentato la sua credibilità di lobbista, ma ha ULTERIORMENTE diminuito, cosa quasi impossibile per come già era messa, quella di politico.

Nel frattempo, anche a causa della pandemia, Conte ha aumentato la sua popolarità soprattutto nell'area di centro, la stessa che Renzi aveva creduto di poter coltivare per le proprie future fortune.

Quindi, Renzi doveva presentare "il conto a Conte". Lo ha fatto appellandosi alla qualunque, dal Mes sulla sanità fino al piano vaccinale che è in gran parte gestito dall'Ue dato che è Bruxelles che si è occupata per conto dei 27 di acquisti e consegne.

Renzi, così, dopo aver fatto parte del governo per oltre un anno, di botto è diventato opposizione, criticando qualunque cosa fosse stata decisa, anche in passato, dall'esecutivo appoggiato da Italia Viva. 

Paradosso dei paradossi, c'è poi il fatto che Renzi ha rinfacciato a Conte di aver pensato di far gestire i soldi del Recovery Fund a dei tecnici, esautorando il Parlamento da quel compito. Adesso lo stesso Renzi si gonfia come un pavone dicendo urbi et orbi che è stato lui il regista dell'operazione che ha portato Draghi e il governo formato in gran parte - nei posti chiave - da tecnici a Palazzo Chigi, a cui il Parlamento ha dato una fiducia al buio... proprio per fargli gestire a piacimento i 209 miliardi che arriveranno dall'Europa.

Per l'ennesima volta Renzi ha fatto l'esatto contrario di ciò che ha detto!

E tutto quanto sopra descritto - un assurdo dal punto di vista etico e politico - viene incensato dai media e, in questo caso è più logico, dai suoi parlamentari, con, ad esempio, la "baccante" Teresa Bellonova che definisce i parlamentari di Italia Viva come "visionari".

Per finire, il visionario Renzi, forse facendo uso di sostanze psicotrope (in base a ciò che afferma è del tutto logico e lecito supporlo), si è messo in testa di voler continuare a rappresentare la sinistra, nonostante siano ben note le sue simpatie e le sue politiche ultraliberiste! Ecco che cosa ha scritto pochi giorni fa:

"Quanto a noi, adesso la partita politica si fa affascinante. A destra vedremo se e come recupereranno le divisioni ma certo che è divertente vedere la nuova conversione europeista. Tutti diventano europeisti: ieri Di Maio, oggi Salvini. Domani Meloni?A sinistra è nato un intergruppo parlamentare tra PD, Leu e Cinque Stelle. Come ho detto ieri al Tg2, mi spiace per i riformisti. E mi fa sorridere pensare che le decisioni della sinistra non vengano prese nei gazebo con le primarie ma sulla piattaforma Rousseau. Ma dobbiamo rispettare questa scelta dei nostri ex compagni di strada.Quello che è certo è che questa mutazione del quadro politico può essere letta solo in un più ampio orizzonte europeo. Se la destra si europeizza è un bene e la grande famiglia dei popolari non potrà che contenere questo gruppo. Se la sinistra si coalizza intorno a Leu, Cinque Stelle e il PD immagino che i socialisti europei potranno accogliere la neonata formazione. Noi di Italia Viva dovremo essere i promotori – non da soli – di quella che in Italia sarà la casa del buon senso, dei riformisti, di un mondo liberal-democratico che in Francia ha Emmanuel Macron, in Danimarca Margrethe Vestager, in Belgio Charles Michel, in Lussemburgo Xavier Bettel e tanti altri riferimenti nel mondo. Per questo ricordo a tutti l’appuntamento della Scuola di Formazione Politica "Meritare l'Europa", che si terrà dall'1 al 3 settembre prossimi, a Ponte di Legno, rivolta ai ragazzi Under 30, e la Leopolda 11 di Novembre, che sarà proprio dedicata a “Renew Europe”".

Ma in famiglia, visto che nel suo partito non esiste, qualcuno che abbia a cuore la sua immagine e la nostra pazienza... Renzi non riesce a trovarlo? Sarebbe ora...