Sono adesso 150 le persone soccorse a bordo della Alan Kurdi, Sea-Eye chiede l'intervento della Germania
Nella giornata di lunedì, la Alan Kurdi ha portato a termine due missioni di salvataggio: dopo le 68 persone "contese" alla Guardia costiera libica, ne ha salvate altre 82 da una barca di legno alla deriva, con a bordo anche una donna incinta, cui, per ore, la nave di rifornimento "ASSO VENTINOVE" ha negato il soccorso.
Adesso, a bordo della Alan Kurdi, si trovano 150 persone.
La ong Sea-Eye, che arma la nave, ha chiesto a Germania, Italia e Malta indicazioni per lo sbarco delle persone a bordo. Italia e Malta hanno comunicato al ministero degli Esteri tedesco, richiamandosi all'emergenza sanitaria in corso, che non autorizzeranno lo sbarco anche nel caso che la distribuzione dei migranti venisse definita anticipatamente.
Il Ministero dell'interno tedesco, nel frattempo, ha invitato Sea-Eye e altre ong tedesche che prestassero opera di soccorso in mare ad interrompere qualsiasi missione di salvataggio.
"Ogni vita umana è preziosa - hanno risposto dalla ong -. Confidiamo che il ministro degli Affari esteri del governo federale sia in grado di assumersi ulteriori responsabilità per 150 vite. Dopo tutto, la Germania è il nostro stato di bandiera. Negli ultimi giorni, il governo federale ha portato a casa oltre 200mila persone residenti all'estero con uno sforzo incredibile. Deve essere pertanto umanamente possibile inviare un mezzo nell'Europa del Sud per evacuare immediatamente 150 rifugiati, considerando che in Germania ci sono circa 150 città che si sono offerte come PoS, dichiarando la loro disponibilità ad accogliere rifugiati".