Il settimanale Le Point aveva raccontato di un episodio imbarazzante avvenuto nella primavera del 2020, quando i più stretti collaboratori dell’arcivescovo erano venuti a conoscenza di una e-mail che lui aveva inviato nel febbraio 2012 per errore alla sua segretaria, e che era destinata in realtà a un’altra donna.

Secondo fonti concordanti il tenore dell’e-mail era inequivocabile e dimostrava una relazione intima con quella donna. Un rapporto tra due adulti consenzienti e quindi privo di qualsiasi rilevanza penale, ma contrario all’obbligo del celibato previsto dalla Chiesa.

Ma: "L'arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit, è stato vittima "del chiacchiericcio", ma "un uomo al quale hanno tolto la fama così pubblicamente non può governare" e "questa è un'ingiustizia".

Così Papa Francesco ha spiegato ai giornalisti di aver accettato le dimissioni dell'alto prelato, accusato di aver avuto una relazione con una donna, "non sull'altare della verità ma sull'altare dell'ipocrisia". 

"E' stata una mancanza contro il sesto comandamento, ma non totale, di piccole carezze e massaggi che faceva alla segretaria, questa è l'accusa - ha detto il pontefice sul volo di ritorno dalla Grecia -. Questo è peccato ma non è dei peccati più gravi, perché i peccati della carne non sono i più gravi. Quelli più gravi sono quelli che hanno a che fare con l'angelicità: la superbia, l'odio..."