Attacco e difesa: ecco le forze in campo e gli scenari possibili se l'Iran dovesse davvero decidere di sferrare la sua potenza di fuoco su Gerusalemme
L'Iran è una potenza balistica. Ha almeno 9 tipologie di missili dal raggio sufficiente a raggiungere Israele.
Nel corso degli ultimi anni, ne ha fatto debuttare di più precisi e prestanti, armandoli con nuove testate. Alcuni sono alimentati a carburante solido, rapidi e mobili.
E c'è del nuovo: nel 2023-2024, sono stati presentati dai pasdaran perfino due modelli di missili ipersonici, che sarebbero più difficili da intercettare. La minaccia è credibile: esprime un potere deterrente asimmetrico, l'unico in mano a Teheran, a cui non mancano i droni da attacco e kamikaze. I migliori possono volare a più di 2mila chilometri di distanza.
Per colpire Israele da più direzioni, l'Iran si è inoltre industriato a trasferire capacità militari ai vassalli dell'asse della resistenza: i 6 “proxy” che arma e finanzia nel crescente sciita, in Yemen e in Palestina.
Se l'insieme sparasse massicciamente e in simultanea potrebbe mandare in gravissima sofferenza lo scudo difensivo israeliano che, pur all'avanguardia, potrebbe non essere infallibile.
Israele: l'apporto determinante dei satelliti
Israele è un campione mondiale della difesa antimissilistica, pienamente integrato ad assetti americani in costante crescita.
Nel 2022, l'alleato statunitense ha completato infatti la prima costellazione di satelliti per l'allerta missilistica: 6 sensori che scansionano il globo con occhi all'infrarosso, preziosi e concentrabili in aree specifiche del pianeta, le più critiche, a superare i limiti di profondità dei radar terrestri.
Come se non bastasse, in Medio Oriente gli americani dispongono di due basi terrestri d'allerta: una, nota come sito 512, è sul monte Qeren, nel deserto israeliano del Negev.
Il radar An-Tpy-2 che la informa, ha le facce protese verso l'Iran. I suoi moduli individuano e tracciano i missili nemici a distanze comprese fra 870 e 3.000 chilometri.
Sono abbinati agli intercettori Thaad, in dialogo costante con gli israeliani Arrow, a formare unoscudo eso ed endoatmosferico che si sdoppia anche in sistemi aerei e navali, fra cui quelli del gruppo della portaerei Dwight Eisenhower e delle corvette Saar.
Fonte: avvenire.it
Crediti Immagine: commons.wikimedia.org/wiki/File:Fateh-110_missiles_and_launchers.jpg