Venerdì 12 giugno era l'ultimo giorno per chiedere una proroga alla scadenza del periodo di transizione del 31 dicembre per quanto riguarda gli accordi da negoziare che dovranno regolare, a questo punto a partire dal 1 gennaio 2021, i rapporti, soprattutto commerciali, tra Regno Unito e Unione europea.

Il Comitato misto Ue-Regno Unito che si è riunito ieri in videoconferenza, non ha potuto far altro che prendere atto di ciò, in quanto venerdì era l'ultima occasione possibile per inoltrare la richiesta di proroga... e non è stato fatto.

"Il cancelliere del Ducato di Lancaster, Michael Gove, che rappresenta il governo di Londra nel Comitato misto, mi ha confermato - ha dichiarato Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione europea responsabile delle relazioni interistituzionali e rappresentante dell'Ue nel Comitato misto - che il Regno Unito non chiederà una proroga del periodo di transizione".

Una svolta clamorosa? Assolutamente no, tanto che si può definire già prevista o prevedibile, dato che lo stesso premier britannico Johnson, nell'ultima campagna elettorale, aveva indicato il 31 dicembre come data ultima per trovare un accordo con l'Europa.

Per i più distratti, il Regno Unito, dopo aver formalmente deciso l'uscita dall'Unione europea, in questi mesi avrebbe dovuto concordare per il futuro le nuove modalità in base alle quali rapportarsi con i Paesi dell'Unione. Finora, i passi in tal senso sono stati scarsi per non dire nulli, tanto che il negoziatore capo europeo Michel Barnier, aveva definito "in alto mare" le trattative sulle relazioni economiche e commerciali tra Ue e Regno Unito.

Trattative che sono ostacolate, emergenza coronavirus a parte, anche dal fatto che la Gran Bretagna ancora non ha deciso come, dal punto di vista operativo, mettere in atto la soluzione prevista nel protocollo della Brexit per regolare controlli doganali e traffico merci tra Irlanda e Irlanda del Nord, mantenendo aperte le frontiere tra i due Paesi.

Se a questo aggiungiamo poi il fatto che l'Ue, nel caso riuscisse a trovare un accordo, dovrà poi farlo approvare anche dai singoli Paesi membri prima che possa essere ratificato, appare chiaro fin d'ora che la Brexit, sarà una "Hard Brexit" e che i rapporti con l'Europa - almeno finché non sarà firmato un trattato - saranno regolati secondo gli accordi base previsti dal WTO. 

Nel periodo di crisi economica causata dal coronavirus, questo aggraverà ulteriormente la crisi in molti Paesi dell'Ue, ma anche - se non soprattutto - in Gran Bretagna, che nel mese di aprile ha registrato un arretramento del Pil pari al 20% rispetto al mese precedente a causa delle misure di lockdown.