I due leader del centro, orfani della sinistra, da circa 24 ore avevano trovato nella presunta candidatura di Conte nel collegio in precedenza rappresentato da Gualtieri, eletto sindaco a Roma, il nuovo tormentone per alimentare la loro propaganda anti-Conte, anti-5 Stelle, anti-Pd. 

Una candidatura, peraltro, supposta dalla stampa, non chiesta da Conte e, probabilmente, neppure offerta da Letta.  Nonostante ciò... apriti cielo. I due "arnesi" del neocentrismo avevano già affilato le armi social per dimostrare l'assurdità della scelta dem, da cui loro sono usciti per fondare i loro partiti (!), a cui già annunciavano una fiera opposizione con candidature alternative. 

Nel pomeriggio, però, da Montecitorio per a conferenza stampa di presentazione dei Comitati politici del Movimento 5 Stelle è arrivata la smentita del diretto interessato, Giuseppe Conte:

"Non credo che la mia presenza in Parlamento debba essere necessaria. ... Continuerò a incontrare i cittadini sul territorio e non mi impedirà di partecipare da protagonista nell’elezione del presidente della Repubblica. Sono leader della più forte forza politica in maggioranza.  ... Adesso siamo tutti impegnati sulla legge di Bilancio, poi cominceremo a ragionare sulla prospettiva dell’elezione del presidente della Repubblica. Draghi è una personalità di prestigio per il nostro Paese e ha delicate sfide davanti. Non stiamo lì a discuterne ogni giorno. ... Quando uno vede uscite saccenti e anche un po’ sguaiate è inevitabile che il campo largo rischi di diventare campo di battaglia. Non sembra ci siano i presupposti per una collaborazione così larga. È un ulteriore elemento che va ad aggiungersi a posizioni politiche e uscite improvvide".

Una notizia che è diventata subito drammatica per i saccenti e sguaiati Renzi e Calenda, con quest'ultimo che ha riassunto il gravissimo problema che gli si è parato improvvisamente di fronte nel suo solito modo schietto e franco che lo ha reso popolare sui social: "E mo... di che parlamo?"