Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE sull'andamento del contagio da coronavirus in Italia rileva nella settimana dal 10 al 16 marzo 2021, rispetto alla precedente, un ulteriore incremento dei nuovi casi (157.677 vs 145.659) e dei decessi (2.522 vs 2.191).

Continuano a salire i casi attualmente positivi (536.115 vs 478.883), le persone in isolamento domiciliare (506.761 vs 453.734), i ricoveri con sintomi (26.098 vs 22.393) e le terapie intensive (3.256 vs 2.756).

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

  • Decessi: 2.522 (+15,1%)
  • Terapia intensiva: +500 (+18,1%)
  • Ricoverati con sintomi: +3.705 (+16,5%)
  • Isolamento domiciliare: +53.027 (11,7%)
  • Nuovi casi: 157.677 (+8,3%)
  • Casi attualmente positivi: +57.232 (+12%)


«L’ulteriore incremento dei nuovi casi – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE –ha determinato nell’ultima settimana la netta espansione del bacino dei casi attualmente positivi, aumentato di oltre 57 mila unità».

Rispetto alla settimana precedente, i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti crescono in 16 Regioni e in 15 si registra un incremento percentuale dei nuovi casi.

L’aumento dei casi attualmente positivi si riflette sulle curve relative ai servizi ospedalieri: l’occupazione dei posti letto di area medica da parte di pazienti COVID supera in 9 Regioni la soglia di allerta (>40%).

Anche nelle terapie intensive, il cui tasso di saturazione nazionale oltrepassa la soglia critica attestandosi al 36%, l’occupazione da parte di pazienti COVID supera il 30% in 13 Regioni: in particolare, in 5 Regioni (Toscana, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Molise) è ≥40% e in altre 5 è ≥50% (Emilia Romagna, Lombardia, Umbria, Marche, Prov. autonoma di Trento).

«Il sovraccarico ospedaliero – commenta Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – oltre a rendere più complessa l’assistenza dei pazienti COVID, aumenta lo stress di personale e servizi ospedalieri e impone di rimandare interventi chirurgici e altre prestazioni non urgenti per pazienti non COVID».

«A preoccupare – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – è anche il trend in continua ascesa dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva: in 4 settimane la media mobile a 7 giorni è aumentata del 94,2%, passando da 134 a 260».

«Tre ragionevoli certezze – conclude Cartabellotta – documentano che stiamo attraversando una fase molto critica della pandemia. Innanzitutto, la terza ondata è ripartita da un “altopiano” determinando la rapida saturazione di posti letto in area medica e terapia intensiva, in particolare in alcune Regioni. In secondo luogo, il trend dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva è in rapida ascesa e difficilmente raggiungerà il picco prima di 3 settimane dall’introduzione delle nuove misure restrittive. Infine, i ritardi delle forniture vaccinali e il caso AstraZeneca allontanano gli effetti della campagna vaccinale. In questo scenario, con una popolazione psicologicamente ed economicamente sfiancata e operatori sanitari allo stremo, quale sarà il cambio di passo del Governo Draghi per salvare, almeno in parte, la stagione estiva?»