Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro dell'interno Matteo Piantedosi e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno.Il decreto modifica la disciplina relativa alla procedura speciale di trattazione della richiesta di una domanda di protezione internazionale “reiterata” (cioè successiva rispetto ad una prima domanda di protezione già presentata e già rigettata definitivamente nel merito), nei casi in cui tale domanda sia ri-presentata dal richiedente nella fase di “concreta” esecuzione di un provvedimento che ne comporterebbe l'allontanamento dal territorio nazionale (la cosiddetta “domanda sulla scaletta dell'aereo”). Con le nuove norme, si prevede espressamente che sia il Questore, sentito il Presidente della Commissione territoriale, l'autorità competente all'esame. La presentazione della richiesta non interromperà la procedura di allontanamento dal territorio nazionale, salvo che il questore rilevi nuovi elementi rilevanti ai fini del riconoscimento della protezione internazionale o del divieto di espulsione.Nell'ambito del procedimento di riconoscimento della protezione internazionale, si modifica la disciplina dell'allontanamento ingiustificato del richiedente dalle strutture di accoglienza e si prevede, in caso di suo allontanamento volontario, la sospensione dell'esame della domanda e la possibilità di richiederne la riapertura, per una sola volta, entro 12 mesi. Inoltre, si riduce da 12 a 9 mesi la sospensione della possibilità di espulsione e si introduce una particolare disciplina nel caso in cui lo straniero non si presenti per la verifica dell'identità dichiarata e per la formalizzazione della domanda. In tal caso, il procedimento si considera estinto, sicché lo straniero, se rintracciato in territorio nazionale in un momento successivo al suo allontanamento volontario, non potrà chiedere la riapertura della procedura già avviata e sospesa, ma potrà comunque eventualmente ri-manifestare l'intenzione di richiedere la protezione internazionale.Per i minori stranieri non accompagnati, si prevede che, dopo una prima accoglienza in strutture governative finalizzate a esigenze di soccorso e protezione immediata, siano accolti nella rete dei centri del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI). Tale sistema di accoglienza costituisce, pertanto, il dispositivo naturale di accoglienza per tale categoria di minori. Si prevede inoltre che, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di minori non accompagnati, qualora l'accoglienza non possa essere assicurata dal Comune, essa è disposta dal Prefetto attraverso l'attivazione di strutture temporanee esclusivamente dedicate ai MSNA. In caso di momentanea indisponibilità di strutture temporanee, il prefetto potrà disporre il provvisorio inserimento del minore - che ad una prima analisi appaia di età superiore ai sedici anni - per un periodo comunque non superiore a novanta giorni, in una specifica sezione dedicata nei centri e strutture diversi da quelli riservati ai minori.Quanto alla disciplina dell'accertamento dell'età dei sedicenti minori stranieri non accompagnati, si stabilisce che, in caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati (a seguito di attività di ricerca e soccorso in mare, di rintraccio alla frontiera o nelle zone di transito, di rintraccio sul territorio nazionale a seguito di ingresso avvenuto eludendo i controlli di frontiera sulle coste sia nel territorio nazionale), l'autorità di pubblica sicurezza possa disporre lo svolgimento di rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti all'individuazione dell'età, dando immediata comunicazione alla procura della Repubblica presso il tribunale per la persona, la famiglia ed i minorenni, che ne autorizza l'esecuzione.Si stabilisce l'accesso nelle strutture del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) a tutte le donne (non più solo a quelle in stato di gravidanza), in quanto considerate in ogni caso quali soggetti di particolare vulnerabilità.Si rende maggiormente chiara ed effettiva la procedura per l'espulsione dei cittadini extra-UE soggiornanti di lungo periodo in Italia, nei casi in cui sia destinatario di misure di sicurezza diverse dalla detenzione in carcere.Infine, si istituisce un contingente fino a 20 unità della Polizia di Stato da destinare alle ambasciate e ai consolati per potenziare le attività di controllo e verifica connesse con il rilascio dei visti di ingresso per l'Italia.

Questo è quanto è stato stabilito, in relazione ai migranti giunti in Italia sprovvisti di documenti, nel consiglio dei ministri di mercoledì 27 settembre.

Tra i nuovi "dispetti" che il governo Meloni si è inventato per alimentare la sua beluina propaganda contro i migranti, due in particolare saltano agli occhi.

Il primo riguarda l'accertamento dell'età dei "sedicenti minori stranieri non accompagnati". Al di là delle modalità con cui verrà effettuato l'accertamento, quello che chiunque dotato di un minimo di cervello si chiede è a che cosa diavolo possa servire! 

A parte il fatto dell'impossibilità di poter accertare se uno abbia 17,9 o 18,1 anni... una volta determinata la maggiore età, guardando il tutto in funzione della concretezza... che cosa cambia? Solo il fatto di aggiungere al numero di disperati, che vagano per l'Italia nel tentativo di sopravvivere e/o di andare verso paesi del nord Europa, un nuovo disperato che finirà per essere sfruttato da criminali o coltivatori senza scrupoli. 

Questa è la sostanza di questa ulteriore norma che definire cretina è dir poco. 

Il secondo dispetto che si è inventato la cristianissima Meloni, supportata dai suoi devotissimi ministri, è invece un favore alle donne... a tutte le donne e non più solo a quelle in stato di gravidanza, in quanto considerate in ogni caso quali soggetti di particolare vulnerabilità. Per loro si stabilisce l'accesso nelle strutture del Sistema di Accoglienza e Integrazione. 

Evviva! E nel caso siano sposate o fidanzate o unite come coppia di fatto con un altro uomo (esattamente come nel caso di Meloni), che cosa accadrà ai loro mariti o ai loro compagni? Meloni vuole pertanto disgregare la famiglie? Non è dato sapere, ma in base a quanto non detto, sembra che sarà così.

In conclusione, da un punto di vista del risultato rispetto a quanto sta accadendo adesso, che cosa cambia o migliora rispetto ad oggi questo ennesimo provvedimento introdotto dal governo Meloni sulla gestione dei migranti arrivati in Italia senza documenti? 

Nulla... assolutamente nulla.

Serve solo ad alimentare la propaganda per far credere a degli sprovveduti che il governo stia facendo qualcosa, mentre in realtà sta solo aumentando il caos esistente e creando ulteriori problemi a chi è già in difficoltà nel tentare di gestire un fenomeno che, nei fatti, non viene gestito.

Sul tema dell'accertamento dell'età, così si era espressa Save the Children:

Preoccupazione di fronte al rischio di una riduzione delle tutele a favore dei minori stranieri non accompagnati viene espressa da Save the Children, alla luce delle anticipazioni stampa sul cosiddetto DL Immigrazione-bis, all'esame oggi del Consiglio dei Ministri.Dalla stampa si apprende, infatti, che il provvedimento interverrebbe in merito all'accertamento dell'età dei minori non accompagnati che giungono in Italia, riducendo le garanzie in favore dei minorenni e aumentando il rischio di errori di valutazione.  L'Organizzazione ricorda che l'accertamento dell'età è previsto in primis a favore del minore, per l'accesso ai diritti essenziali e per la sua protezione. È importante che tale procedura avvenga nel quadro di un previo controllo giurisdizionale e al netto di altre considerazioni, quali l'emergenza e l'urgenza. La stessa procedura deve garantire sempre e in ogni circostanza l'approccio olistico e multidisciplinare definito dall'apposito Protocollo, già approvato dalla Conferenza Stato Regioni. Un altro elemento di grande preoccupazione è il possibile inserimento di minorenni ultra-sedicenni in centri di accoglienza destinati agli adulti. “La previsione di centri destinati esclusivamente ai minorenni che arrivano da soli nel nostro Paese rappresenta una fondamentale misura di protezione rispetto alla quale è importante non arretrare. Riteniamo essenziale che l'Italia si doti di una rete di centri di prima accoglienza governativi dedicati ai minorenni e distribuiti in tutte le regioni, come primo passo per un positivo inserimento all'interno della rete di accoglienza diffusa del SAI” dichiara Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Ciò che va posto al centro dell'attuale dibattito sul tema è che parliamo prima di tutto minorenni, bambine e bambini, ragazze e ragazzi con un portato di vita, traumi, ma anche sogni e speranze rispetto ai quali abbiamo la responsabilità di esercitare un dovere di cura. Ce lo chiede il diritto ma anche il buonsenso. Auspichiamo che il Consiglio dei Ministri non adotti effettivamente tali provvedimenti, per evitare di trovarci di fronte a un importante restringimento delle tutele dei minori soli che arrivano nel nostro Paese che non troverebbero un sistema pronto ad accoglierli, quale quello determinato dalle Legge 47 del 2017. Come ricordato stamattina dalla Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, i diritti dei minori richiedono una responsabilità e un impegno comune che deve essere al centro delle risposte politiche, che non devono essere guidate da una logica emergenziale” conclude Milano.