Qualcuno ricorda i commenti entusiastici di alcuni partiti, che si definiscono sovranisti, il giorno successivo alle elezioni europee per commentarne il risultato?
Dicevano che avrebbero cambiato l'Europa, dicevano che adesso l'Italia a Bruxelles avrebbe contato di più, dicevano che adesso non andremo in Europa con il cappello in mano, e via di questo passo.
Questa settimana si è riunito il Parlamento europeo e martedì sono state annunciate le prime nomine a capo delle istituzioni che guideranno l'Europa per i prossimi 5 anni.
A capo della Commissione europea vi è la tedesca Ursula Van Der Leyen, in rappresentanza del PPE. La Van Der Leyen, appartenente al CDU, è la ministra della Difesa del governo tedesco in carica.
Il nuovo presidente del Consiglio europeo è il premier belga uscente, Charles Michel, liberale.
Inoltre, il Consiglio europeo ha nominato la francese Christine Lagarde - già ministro dell'Economia, dell'Industria e dell'Impiego con l'Ump del conservatore Nicolas Sarkozy e attuale direttore del Fondo monetario internazionale dal 2011 - come candidata per la presidenza della Bce.
Infine, sempre il Consiglio europeo, ha nominato lo spagnolo Josep Borrell Fontenelles come candidato al ruolo di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune.
Per la conferma delle nomine, Van Der Leyen dovrà ottenere la maggioranza dalla plenaria del Parlamento europeo, la Lagarde dovrà ottenere un voto di conferma da parte dell'Ecofin, Borrell sarà confermato con il voto di fiducia che il Parlamento europeo sarà chiamato ad esprimere nei confronti dell'intera Commissione, dopo che tutti i suoi membri saranno indicati.
Per riassumere in breve, per i più distratti, l'attuale situazione dei vertici del governo in Europa si può dire che Germania e Francia, rispetto al passato, hanno messo da parte qualsiasi remora e adesso ne hanno sfacciatamente assunto la guida.
Secondo politici del calibro di Salvini e Meloni, o addirittura del calibro di Di Maio (qualsiasi pretesa di pur vaga ironia è assolutamente e determinatamente voluta), l'Italia in Europa oggi dovrebbe contare di più?
Ursula Van Der Leyen si è distinta per aver assunto posizioni "rigoriste", addirittura oltranziste, all'interno del suo partito della CDU, tanto da arrivare a sostenere che gli aiuti dell'Ue avrebbero potuto essere concessi solo se a garanzia fossero state date le riserve auree di un Paese.
L'Italia, molto avveduta e molto intelligente, ha posto il veto sul primo candidato alla Commissione l'olandese Franz Timmermans. Può il nostro Paese essere soddisfatto dell'accordo raggiunto?
Alla Bce, è stata nominata la francese Lagarde, famosa per aver detto Sakozy, dopo esser stata nominata alla presidenza del FMI, "dimmi di che cosa hai bisogno"... Immaginate un po' che cosa dirà adesso a Macron.
L'unica speranza per l'Italia è che le posizioni della Lagarde al FMI sono state, specie negli ultimi tempi, piuttosto accomodanti, se non lungimiranti, arrivando persino a sostenere, in relazione alla Grecia, che il salvataggio di quel Paese non avrebbe sortito effetto senza un taglio del debito.
All'Italia è andata la presidenza del Parlamento europeo con il Pd David Sassoli eletto quest'oggi a Strasburgo alla seconda votazione, con 345 voti (la maggioranza era 344). L'annuncio è stato dato dal presidente uscente Antonio Tajani. Ma il presidente d'Aula non decide la politica dell'Europa.
Lega, FdI e M5S pensano ancora di aver cambiato l'Europa?