Potremmo parlare dello strano caso del Dottor Omofobo e di Mr. Grindr in salsa sudafricana.

Christiaan Otto condannato per il suo odio omofobo è stato recentemente accusato di vivere una doppia vita sulla nota app d’incontri gay Grindr.

In un suo recente post su Facebook, l’uomo ha paragonato l’omosessualità a una malattia mentale e che la pandemia da coronavirus è una punizione divina lanciata da Dio contro l’atea comunità LGBT+. Mentre in un video ha dichiarato che lui non omofobo: “Vorrei chiarire una cosa, l’omosessualità è al 110 per cento un peccato. Non significa che odio le persone che lo praticano, lo sto chiamando così com’è”. Una sorta di “Io non sono omofobo, ho tanti amici gay”.

Attacchi alla comunità LGBT+ diventati sempre più violenti che hanno costretto il gruppo locale LGBT+ a presentare un reclamo ufficiale presso la Commissione per i Diritti Umani Sudafricana.

In tutta questa vicenda ecco poi il colpo di scena quando la campagna “Expose Christiaan Otto” ha scoperto e reso pubblico un profilo Grindr a nome di Richard Bay alla ricerca di uomini per fare sesso riconducibile allo stesso Otto.

A queste accuse, Otto ha risposto attraverso MambaOnLine: “Pensavo che Grindr fosse qualcosa con cui tagliare il metallo” e ha insistito che non ha nessun profilo in nessuna app per incontri gay e che non ha mai cercato uomini per fare sesso.

In attesa di sviluppi, Christiaan Otto ha cancellato il suo profilo Facebook.