PACIULLO, attore, speaker ed abile showman torna in scena al PUFF di ROMA il 17 Maggio con la commedia " In Figlol in Prodigo" con Nino Taranto.
TRAMA: Lo-Paciù arriva dal Giappone, dove faceva l’attore comico. Ad aspettarlo, il padre Nino, romano verace, semplice, diretto, che non vede il figlio da 15 anni, “prodotto” inconsapevole di una scappatella di quasi 30 anni prima.
Si sono frequentati poco e molto saltuariamente e i pochi ricordi che Nino conserva, sono di un ragazzo di 18 anni pieno di entusiasmo, rumoroso, divertentissimo, che all’improvviso, per amore di una ragazza, parte per il Giappone portando con sé il sogno di fare l’attore comico. Ma il Giappone, non solo ha un fuso orario completamente diverso dal nostro, ha anche una lingua, una tradizione, un umorismo e uno stile di vita totalmente diversi da quelli italiani…
E così, due estranei, si ritrovano a chiamarsi “padre e figlio”, in un rapporto che diventa una sorta di “teatrino grottesco” nel quale il padre cerca in tutti i modi di conoscere un figlio totalmente diverso da lui, e figlio cerca di trascinare il padre in abitudini surreali che non gli appartengono.
Tra scontri esilaranti sul diverso concetto di “comicità”: il padre intona accorato, stornelli romani, mentre il figlio pota i bonsai, il padre gli parla delle donne e di come travolgerle con l’abbraccio passionale tutto italiano, il figlio accarezza la sua fidanzata solo usando le bacchette e la corteggia con tappeti di crisantemi.
Sul palcoscenico si consuma, a colpi di contrasti portati all’eccesso, un rapporto che da secoli è sotto i riflettori: quello di un padre, che deve imparare ad accettare le diversità di un figlio e di un figlio che non sempre segue la strada che gli è stata indicata.
Nei due profili opposti, il padre istrionico e divertentissimo e il figlio rigido, misurato, quasi inespressivo, paralizzato in pause e silenzi eterni, si crea un nuovo strepitoso equilibrio che tira fuori l’importanza delle radici, del senso di appartenenza ad un luogo, ad una famiglia, ad una risata che alla fine, unisce anche chi guarda il mondo con occhi diversi.