Coronavirus: al 20 marzo in Italia quasi mille morti in più della Cina
Al 20 marzo sono stati 627 i morti con coronavirus comunicati dalla Protezione civile, con Borrelli che oggi ha però sentito la necessità di precisare che il con non equivale al per. Infatti solo dopo che l'Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso di queste persone si potrà dire quale sia stata la causa di morte.
Il numero totale dei deceduti è arrivato a 4.032 su un totale di 47.021 persone riscontrate positive al virus. Nel caso l'ISS dovesse confermare che la causa di attribuzione dei decessi è la Covid-19 la mortalità del SARS-CoV-2 in Italia sarebbe di 2,5 volte superiore a quella registrata in Cina. Ma prima di poter conoscere con esattezza la realtà dei dati, al momento ci è concessa solo la libertà di abbandonarci al terrore.
Per quanto riguardi il resto dei dati, sono 37.860 le persone che ad oggi risultano positive al virus, mentre le persone guarite sono 5.129. I pazienti ricoverati con sintomi sono 16.020, in terapia intensiva 2.655 e 19.185 si trovano in isolamento domiciliare.
Questi i dati ripartiti per regione:
Nel frattempo, molti dei governatori delle ragioni maggiormente interessate al contagio guidate da presidenti in scadenza di mandato o da presidenti appartenenti a partiti che si oppongono al governo, sgomitano sempre di più per dimostrare il loro attivismo e far vedere ai loro amministrati che non stanno con le mani in mano. Naturalmente, misure logiche da certi personaggi non era pensabile prevederle in situazioni normali, figuriamoci in una situazione di emergenza.
Qualche esempio? Le regioni vogliono in strada l'esercito (ma non c'era già?) per controllare che la gente stia in casa per evitare assembramenti. Contemporaneamente, le stesse regioni impongono ai centri commerciali di ridurre gli orari di chiusura, mantenendo gli scaglionamenti all'ingresso. Con quale risultato? Quello di creare assembramenti e un maggior pericolo di contagio davanti ai supermercati, avendone aumentato il numero di persone che dovranno rimanere in coda.
Ma quella gente, che agisce in funzione del consenso e non del buon governo, ha visto che adesso si ottengono voti invocando chiusure e così fa, al di là di verificare se certe misure siano o meno utili.
E che dire poi del governo che dice di voler rendere più rigide le misure attuali (per non essere da meno ai presidenti di regione) senza attendere di far trascorrere almeno i 14 giorni di quarantena dalla chiusura del Paese per analizzare i dati conseguenti, in modo da verificare o meno la necessità di rimodulare le misure prese finora. Anche il Governo, nonostante le dichiarazioni, sembra essere travolto dall'isteria propagandistica dei capipopolo allo sbaraglio che, pur non essendo in grado di badare a se stessi, pretendono di dare ordini a milioni di persone.
Un'ultima considerazione di giornata. Qualcuno, al Governo - purché ancora esista un Governo - si è preoccupato di verificare quanti e quali disagi e disservizi le chiusure finora imposte abbiano creato, se siano state rispettate tutte le indicazioni e se i servizi pubblici minimi siano garantiti oppure no? Nessuno sembra occuparsene eppure non è un "dettaglio" da trascurare.