Le dichiarazioni anti-Zelensky e indirettamente pro Putin rilasciate domenica da Silvio Berlusconi non potevano non innescare il putiferio che hanno provocato.

Tra le innumerevoli considerazioni che ne possiamo ricavare ne spiccano due. La prima rimane però senza risposta certa e riguarda il perché di tali affermazioni. Le ipotesi sono infinite e vanno dai problemi che attanagliano la maggioranza a quelli di salute (mentale) del leader di Forza Italia che, a causa dell'età, potrebbe non rendersi conto delle conseguenze di ciò che dice. Quest'ultima non è una possibilità assurda, mentre ben più preoccupante per le sorti del governo sarebbe la prima possibilità.

Ma non potendo indicare con sicurezza i motivi che stanno alla base delle parole dell'ex cavaliere, vale la pena, pertanto, porre l'accento sulla seconda considerazione relativa a questa vicenda e riguarda il ruolo della stampa.

I media che supportano l'estremismo di destra si sono ingegnati nel voler nascondere la gravità - almeno per le posizioni del governo e della maggioranza che lo supporta - nel voler dimostrare che Berlusconi non ha detto ciò che invece tutti hanno potuto ascoltare.

Ecco come il TG4 ha cercato di negare l'evidenza:

Un altro ottimo esempio di acrobazia dialettica è quella de il Giornale, con l'articolo di Francesca Galici.

La giornalista apre l'articolo ricorrendo ad uno dei cavalli di battaglia del TG1 diretto da Mimun: la smentita di una notizia non ancora data. Di per sé, dal punto di vista logico, è allucinante che un giornalista smentisca qualcosa che (in questo caso) un lettore ancora potrebbe non conoscere, ma così è avvenuto. 

Non solo. Successivamente, quando la signora Galici si trova costretta a spiegare il motivo della smentita - ma solo verso metà articolo -  riportando le parole virgolettate di Berluconi in questo modo:

"Se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore".

Questo signore? Ma di quale signore sta parlando  Berlusconi? Chi abbia un po' di conoscenza della storia recente dell'Ucraina e del Donbass lo può capire in relazione all'accusa di aver attaccato le due repubbliche autonome. Ma nell'audio originale, che chiunque può ascoltare, Berlusconi cita chiaramente Zelensky... però l'articolista de il Giornale evita accuratamente di riportarlo nel virgolettato.

In passato esistevano i giornali di partito e i giornalisti con la tessera di partito. Quindi, nessuna meraviglia per ciò che dicevano e ciò che scrivevano. Adesso, invece, i giornali di partito non esistono più e certa stampa "pretende" di dichiararsi indipendente per poi raccontare la realtà più conveniente - anche come ospite negli infiniti talk show che devastano le tv italiane - al politico che il loro editore ha eletto a supporto dei propri interessi di bottega, visto che gli editori puri ormai si contano sulle dita di una mano. 

L'aspetto ancor più grottesco di tutto ciò è dato dal fatto che quelli come Minzolini (direttore de il Giornale) e come i suoi scrittori non solo non si vergognano a dare le notizie nel modo in cui dimostra l'esempio precedente, ma pretendono pure , e con arroganza, di dare pagelle di onestà e coerenza agli altri che hanno etichettato come avversari, dai giornalisti ai politici, a conferma che la faccia tosta è la virtù principale della mancanza di vergogna.