Dopo l'elezione a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump sono iniziate le proteste anti-Trump in molte città ed in molti campus universitari statunitensi. A New York, migliaia di manifestanti si sono dati appuntamento sotto la Trump Tower per fargli sapere, caso mai al 52.esimo piano arrivasse qualche pur vago rumore proveniente dalla strada, che lui non è il loro presidente.

Oltre alle proteste, vanno registrate anche le manifestazioni di chi, invece, dell'elezione di Trump sembra esser felice. Dopo un primo iniziale scoramento, manifestato a Tokyo, gli operatori di borsa ci hanno pensato su e si devono esser detti che, in fondo, Trump come presidente non poteva essere una catastrofe. Così, dopo una partenza in negativo, tutte le borse ieri hanno invertito la tendenza, chiudendo in netto rialzo.

Dopo la vittoria di Trump, gli analisti hanno fatto il classico mea culpa dicendo di non aver capito niente di questa elezione e, nonostante questo, si sono intestarditi a spiegare i motivi per cui Trump abbia vinto, assegnandone il merito al fatto di aver saputo "parlare" ad un elettorato, soprattutto bianco che da tempo era stato emarginato dagli interessi della politica. E forse, stavolta, qualcosa di sensato possono anche averlo detto.

Un altro punto su cui si è iniziato a discutere ha riguardato l'indirizzo politico del mandato di Trump, soprattutto in relazione ad un possibile arretramento delle conquiste in campo sociale degli ultimi anni. Anche la pur pallida riforma sanitaria di Obama sarà cancellata?

Altra questione venuta a galla è relativa alla squadra di governo. Chi affiancherà, ma si dovrebbe anche aggiungere chi terrà sotto controllo e guiderà Trump durante i suoi quattro anni di governo? I nomi che potrebbero affiancare Trump sono quelli di Giuliani, Christie, Gingrich... i soliti falchi repubblicani attualmente in circolazione.

E proprio in relazione alla squadra di governo, che viene alla ribalta la domanda che nessuno finora si è fatto e che è la più interessante.

Il fatto di chiedersi da chi sarà affiancato un presidente degli Stati Uniti è piuttosto normale. Ma nel caso di Trump la questione assume altri contorni. Infatti, Trump con il partito repubblicano ha poco o nulla a che vedere. Lui ha corso per la presidenza con i repubblicani, ma più volte negli ultimi mesi molti importanti esponenti di quel partito hanno pubblicamente espresso la loro distanza dal multimilionario di New York, anche dicendo che non lo avrebbero votato.

E adesso, uno che non è un politico e che in politica è entrato solo negli ultimi due anni per promuovere sostanzialmente se stesso con l'aiuto di una cerchia costituita soprattutto da propri familiari, con chi governerà non avendo esperienza, amicizie e relazioni in quel campo?

E proprio questo fa venire alla luce la domanda delle domande. Ma perché uno che con la politica non ha mai avuto niente a che fare decide di mettersi in gioco e spendere un sacco di soldi per diventare presidente degli Stati Uniti?

In Italia, abbiamo avuto un esempio di imprenditore sceso in politica da un giorno all'altro, ed è quello di Sivio Berlusconi. Ma riguardo a lui, per la sua storia e per la tipologia delle sue aziende, il fatto che avesse deciso di "scendere in campo" era più che spiegabile. Il suo riferimento in politica, Bettino Craxi, era fuggito dall'Italia e non vi era nessuno che lo potesse sostituire. Per tutelare i propri interessi, Berlusconi decise di farlo direttamente, candidandosi alle elezioni politiche con un proprio partito. Niente di più logico.

Invece, riguardo a Trump, perché un imprenditore che, teoricamente, dovrebbe vivere e navigare nell'oro e che ha la possibilità di fare tutto ciò che gli viene in mente dovrebbe decidere di "infognarsi" in un'impresa che sicuramente gli offrirà una visibilità ed un potere ancora più grandi rispetto a prima, ma allo stesso tempo gli causerà altrettanti enormi problemi e grattacapi? Perché decidere di impelagarsi in problematiche enormi quando puoi vivere tranquillamente, potendo anche soddisfare qualsiasi capriccio?

Quindi, la domanda che ancora deve ricevere una risposta è "perché Trump è voluto diventare presidente degli Stati Uniti?"