Zelensky al G7 per rafforzare il sostegno internazionale all'Ucraina con nuove armi e nuove sanzioni contro la Russia
Dopo aver partecipato ieri al vertice della Lega araba, Volodymyr Zelensky sabato mattina, con un aereo della presidenza francese, è arrivato in Giappone per presenziare al G7 in corso a Hiroshima, dove ha avuto colloqui con i premier di Giappone, Italia, India, Francia...
Il presidente ucraino, che ha partecipato a due sessioni del G7, una dedicata alla situazione dell'Ucraina e l'altra alla pace e alla stabilità globale, ha espresso la speranza che le risoluzioni discusse possano contribuire a rafforzare la sicurezza e la cooperazione nei confronti del suo Paese, in relazione all'aggressione in corso da parte della Russia.
Nel documento di 40 pagine che riassume i temi trattati, i Paesi del G7, in un paragrafo, dichiarano il loro impegno nel voler intensificare il proprio sostegno diplomatico, finanziario, umanitario e militare all'Ucraina, oltre ad aumentare le sanzioni alla Russia e a coloro che la sostengono nel conflitto.
Ieri, alla vigilia del suo arrivo al vertice, Zelensky aveva comunque già incassato il sì di Washington all'invio di caccia F-16 da parte dei Paesi che ancora ne siano dotati e che volessero fornire tale tipo di aereo a Kiev. Gli accordi di forniture militari sono vincolati da clausole in relazione alla possibilità di cederle, in futuro, a Paesi terzi.
Gli F-16 sono aerei datati, ma sicuramente migliori rispetto ai caccia Tupolev e Sukoi di età sovietica in possesso dell'Ucraina. Inoltre, hanno molti vantaggi, tra cui quello di una disponibilità senza problemi di pezzi di ricambio e la loro capacità di essere utilizzati come caccia multi-ruolo, quindi per diverse tipologie di missione.
Di concreto, però, Zelenski potrà solo addestrare i suoi piloti su quegli aerei, ma nulla di più, sia perché l'addestramento durerà mesi, sia perché nessuna nazione ha ancora detto quando e quanti F-16 darà a Kiev.
Mosca ha preso nota della decisione annunciata da Biden in occasione del G7, commentandola come un ulteriore passo sulla via dell'escalation, ha dichiarato sabato alla TASS il viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko:
"Prendiamo atto che i paesi occidentali continuano ad attenersi a uno scenario di escalation, che comporta enormi rischi per loro. In ogni caso, ne terremo conto quando faremo i nostri piani. Abbiamo tutti i mezzi necessari per raggiungere i nostri obiettivi",
ha poi aggiunto alle sue parole rilasciate a margine della 31.a Assemblea del Consiglio per la politica estera e di difesa.
Sul fronte militare, tiene sempre banco la città di Bakhmut o quello che ne rimane. Secondo Kiev, la Russia, in appoggio alla Wagner, vi avrebbe fatto convergere elicotteri e unità di artiglieria. Prigozhin, il capo della Wagner, a metà giornata ha pubblicato un video in cui rivendica di aver ottenuto il pieno controllo di Bakhmut.
"Oggi, a mezzogiorno Bakhmut è stata interamente conquistata. Abbiamo preso l'intera città, casa per casa", sostiene Prigozhin mentre in sottofondo si sente il rumore di continue esplosioni.
L'esercito ucraino, che nei giorni scorsi per bocca dello stesso Prigozhin era riuscito a recuperare parte del terreno in precedenza perduto a Bakhmut, ha smentito la notizia, pur confermando che la situazione sul campo è difficile.