Pubblicizzare sigarette o il loro utilizzo sta ormai diventato un problema in tutto il mondo. Per questo le multinazionali del tabacco e i loro addetti alla comunicazione si dannano il cervello per trovare formule alternative per convincere la gente a continuare a fumare.

Philip Morris, a cui fanno capo quasi una decina di marchi diversi di sigarette, è una delle società tra le più attive in tal senso. Ad esempio, si è "inventata" il marchio Mission Winnow per sponsorizzare il reparto corse di Ducati e Ferrari, ma senza vendere prodotti legati all'uso del tabacco... anche se non nasconde di essere lo sponsor dell'iniziativa.

In questo periodo, Philip Morris, ha anche lanciato un suo dispositivo per promuovere l'uso del tabacco riscaldato o "heated tobacco", soprattutto tra i giovani. Con tali tipi di prodotti (IQOS, I Quit Ordinary Smoking), la nicotina viene assunta senza ricorrere alla combustione, tramite il riscaldamento fino a circa 350° C che genera un aerosol che viene poi aspirato dal consumatore.

Che questo modo di assumere la nicotina sia meno nocivo o più salutare di quello tradizionale, è tutto da dimostrare... anzi, secondo alcuni studi, questi dispositivi potrebbero finire per essere pure più nocivi delle sigarette. Ma prima che ciò venga confermato, e passeranno anni, è necessario trasmettere un certo messaggio, ai giovani, quelli che sono destinati ad essere i consumatori del futuro.

Così, Philip Morris ha iniziato una campagna pubblicitaria utilizzando i maggiori influencer "social" in tutto il mondo per promuovere il proprio dispositivo IQOS. I "giovinastri" selezionati si sono così prestati ad invogliare i loro fanatici "follower" a provare il dispositivo "heated tobacco" della multinazionale americana.

Però, tra gli influencer vi era anche la russa Alina Tapilina, che sul suo profilo social dice di avere 21 anni. Ed è un problema. Infatti, secondo gli "standard di marketing" imposti a se stessa da Philip Morris, all'azienda è vietato promuovere prodotti a base di tabacco con persone che non abbiano compiuto almeno 25 anni o che, addirittura, possano avere un aspetto tale da sembrare più giovani rispetto a tale età.

L'agenzia Reuters lo ha fatto presente all'azienda e Philip Morris ha interrotto la campagna scusandosi per l'accaduto e annunciando un'indagine interna per  indivviduare  le responabilità per quanto accaduto. Intanto, però, il messaggio è passato...