E per fortuna l'esercito israeliano ha un codice di comportamento morale...
"Il professor Asa Kasher non fa sconti. È lui stesso il codice di comportamento morale dell'esercito israeliano, l'IDF: di fatto, ne è l'autore. L'espressione severa del filosofo e linguista ottantatreenne, la sua vitale determinazione a scoprire il senso di ciò che è giusto o sbagliato anche quando è quasi impossibile, ne fanno un deciso interlocutore in tempi in cui il suo esercito è sotto dura accusa. Sull'episodio di venerdì in cui i soldati dentro Gaza hanno ucciso tre rapiti per errore, in lui prevalgono i toni d'ira. “Prima di tutto un combattente di Tzahal deve sapere che è un soldato d'Israele, e che questo fa di lui un difensore della santità della vita umana. Noi non spariamo se non si deve farlo: ha detto bene il Capo di Stato Maggiore. Non devi uccidere neanche un terrorista se viene incontro a mani alzate... Qui bastava, come ha detto Halevi, pensare un attimo. È la prima regola: sapere chi sei, un soldato d'Israele, non un giovanotto con un'arma in mano. Il soldato che ha sparato era un cecchino, era lontano, non aveva solo un secondo per decidere. Voglio dire di più: una parte della società immagina che sparare sia quasi naturale, in tempi difficili. C'è il nemico, spari. Persino due ministri lo dicono. Ma un soldato ha regole, fa corsi, esercitazioni, ha comandanti: la sua scelta è oggettiva, non soggettiva”. ...
Professore, l'esercito israeliano, ha detto Biden, è accusato di “indiscriminate bombing” in cui colpisce i civili. Persino Biden chiede a Netanyahu di cambiare. “Biden è un amico straordinario, a lui tutta la mia stima e ammirazione. Ma con tutto il dovuto rispetto, sbaglia. Ci si accusa in sostanza di non applicare il principio di distinzione fra combattenti e cittadini. Se parliamo di un qualunque agglomerato civile palestinese, non dobbiamo di certo toccarlo: sono cittadini. Ma Hamas e Hezbollah usano un sistema di guerra in cui mescolano le due componenti”. E tuttavia i cittadini esistono. “Qui interviene la questione della proporzionalità: si deve valutare con saggezza, con obiettività e secondo la legge internazionale la proporzionalità (le ricordo che gli inventori di questo sistema sono Sant'Agostino e Tommaso D'Aquino) dell'intervento, cioè l'effetto positivo e quello negativo. Anche se una sola donna o un solo bambino soffrono l'effetto è negativo, ma ciò va commisurato col danno inferto al nemico. Nel caso di Hamas, non c'è edificio, scuola, ospedale, in cui, come molta pazienza e serietà la cosa non venga da noi valutata. Voi non avete idea di quanto noi sempre, e non solo adesso, blocchiamo aerei già in volo se si vede all'orizzonte un'auto che porta bambini. Noi agiamo quando è obbligatorio, anche se ci spezza il cuore”. Ma il numero dei morti è alto. “Noi prima avvertiamo, spingiamo ad andarsene da dove bombarderemo, creiamo tempi e luoghi necessari… È la crudeltà del nemico che usa scudi umani che impedisce alla gente lo sgombero”.
Professore, il suo Codice è ancora nelle tasche dei soldati? “Ne sono sicuro, e le prime due cose che imparano sono scritte solo da noi: santità della vita, e limitazione della forza”.
Quello sopra riportato è uno dei tanti articoli della propaganda sionista che giornalmente vengono pubblicati in Italia (e in altri Paesi da altri media e con altri giornalisti) a supporto dell'apartheid prima e adesso del genocidio in atto a Gaza e nei Territori Occupati ad opera dei coloni ebrei e dell'esercito israeliano. L'articolo riportato è di Fiamma Nirenstein pubblicato il 19 dicembre su il Giornale.
Chiunque dotato di un minimo di conoscenza dei fatti e di obiettività avrà modo di comprendere quanta sia l'ipocrisia, l'arroganza e le menzogne presenti in quelle parole, scritte con l'unico scopo di giustificare sempre e comunque qualunque cosa facciano gli ebrei, gli ebrei israeliani, i coloni ebrei israeliani, le forze di sicurezza israeliane: non c'è mai nulla di sbagliato in ciò che fa Israele e i sionisti che ne supportano l'apartheid. Al massimo ci sono solo degli "errori", fatalità dovute al fatto che gli esseri umani, a volte, sbagliano... persino gli ebrei... errori che si ripetono costantemente tutti i giorni, ma che ci volete fare... sono sempre e comunque errori!
E questo è quello che avviene a Jenin, in Cisgiordania, non a Gaza...
E poi c'è quello che avviene a Gaza, di cui è inutile riportare esempi.
Ma gli ebrei non sono tutti sionisti, e a quelli che professano solo la religione e non il nazionalismo ebraico ecco che cosa gli accade...