La Cina protagonista sullo scacchiere internazionale dopo che Kuleba l'ha promossa come mediatrice per avviare una trattativa di pace con Mosca
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il suo omologo ucraino Dmitry Kuleba, ieri, si sono incontrati a Guangzhou dove hanno discusso di un ipotetico, possibile, accordo di pace tra Mosca e Kiev.
Anticipando il suo viaggio in Cina, il primo di un ministro degli esteri ucraino dal 2012, Kuleba aveva informato la sua controparte cinese della volontà dell'Ucraina di parlare "con la Russia al momento opportuno, una volta che la Russia sarebbe stata pronta a impegnarsi in trattative in buona fede", aggiungendo però di non vedere la stessa volontà da parte di Mosca.
Dopo il colloquio, il Ministero degli Esteri cinese ha dichiarato che "l'Ucraina è disposta e pronta a tenere colloqui con la Russia", ricordando anche una clausola di esclusione di responsabilità secondo cui le trattative devono essere razionali e pratiche, con l'obiettivo di raggiungere "una pace giusta e duratura".
Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, in un video messaggio diffuso in serata dal suo ministero, ha ribadito che l'Ucraina ha insistito sul fatto che nessun accordo potrà+ essere raggiunto senza la sua partecipazione. Ha inoltre ribadito di non vedere alcuna disponibilità da parte della Russia a negoziare in buona fede.
Per il ministro degli Esteri Wang Yi, oltre a far presente i rischi esistenti di escalation, per un accordo sono ancora validi i principi proposti dal presidente Xi Jinping come gli unici percorribili (la necessità di dare priorità agli sforzi per mantenere la pace, calmare le acque, astenersi dall'aumentare ulteriormente le tensioni e ridurre l'impatto negativo del conflitto sull'economia globale), ma senza confidare sul fatto che tempi e condizioni per il dialogo possano al momento esser maturi.
Che l'Ucraina abbia pubblicamente parlato di essere aperta a discutere un piano di pace con la Russia non significa che ormai siamo vicini ad una svolta nella guerra in corso, ma rispetto al promuovere conferenze di pace senza invitare la Russia, il passo in avanti è sicuramente significativo, anche perché Kiev non avendo un meccanismo di comunicazione diretto con Mosca, in base alla mossa di Kuleba, sembrerebbe aver affidato tale compito alla Cina, che nei giorni scorsi è diventata indirettamente anche promotrice degli interessi del popolo palestinese, ufficializzando un accordo politico tra Hamas e le altre fazioni che si riconoscono nell'OLP.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, a commento del colloquio, ha detto che la Russia è aperta al dialogo, ma deve capire quanto sia preparata l'Ucraina:
"In pratica, la Russia è aperta a un processo di negoziazione, ma prima dobbiamo capire quanto è preparata l'Ucraina e se da parte dei suoi massimi rappresentanti vi sia una unità d'intenti".
Peskov ha infatti ricordato che in Ucraina resta ancora in vigore - come legge - il divieto di tenere colloqui con la Russia.
Il presidente ucraino Zelensky ha riassunto così la visita del suo ministro in Cina:
"Il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, che in questi giorni è in visita in Cina, ha tenuto colloqui con la sua controparte e mi ha fornito un rapporto sui risultati dell'incontro. Questa è la prima visita di un funzionario ucraino a questo livello in molti anni. E questo è positivo. C'è un chiaro segnale che la Cina sostiene l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina. È stato anche confermato ciò che il leader cinese Xi Jinping mi aveva detto, ovvero che la Cina non fornirà armi alla Russia (non ricordando però la possibilità di forniture militari con il sistema della triangolazione tramite la Corea del Nord, ndr). Mi aspetto un rapporto dettagliato dal ministro al suo ritorno in Ucraina".