Finita l'emergenza a Genova, almeno quella principale relativa alle operazioni di soccorso e ricerca, è possibile fare una breve riflessione su come il Governo del cambiamento ha affrontato questa calamità non naturale.

Purtroppo, il Governo e le forze politiche che lo supportano hanno provveduto a narrare il crollo del viadotto sul Polcevera, ricorrendo alla stessa sceneggiatura e alla stessa retorica utilizzate per descrivere qualsiasi tema finora trattato.


La sceneggiatura è semplice. C'è un problema da affrontare. Il problema è sempre causato da un nemico. Il Governo del cambiamento sconfigge il nemico e risolve il problema. Che cosa ricorda tutto questo? Le favole, i fumetti, i romanzi d'avventura, i film... non certo la politica.

Ma finora la sceneggiatura ha funzionato e finché dura, perché cambiarla?


Crolla un ponte. È importante capire il perché ciò sia avvenuto, in modo da accertarne le responsabilità? Anche Tramite un'inchiesta amministrativa che abbia un iter diverso da quella della magistratura? No, almeno per quanto riguarda le responsabilità.

Il colpevole è già stato trovato: colui che ha in gestione il ponte. Poco importa se il ponte non lo ha costruito lui e se anche lo Stato è coinvolto nei controlli. Non c'è bisogno di attendere uno straccio d'inchiesta, la sceneggiatura non lo contempla. Il colpevole è già stato indicato dal Governo del cambiamento, senza se e senza ma.

Dopo il colpevole, la punizione: la revoca della concessione. Poco importa se ciò sia possibile, giuridicamente sostenibile o fattibile. L'importante è che nel Paese del cambiamento, nel giro di poche ore da una calamità non naturale, il Governo abbia individuato un colpevole ed emesso una sentenza.


Naturalmente, tutto deve essere ben fatto presente e ben spiegato agli elettori del cambiamento che si devono stupire, commuovere, indignare ed inferocire nei confronti del nemico di turno, in modo che poi possano estasiarsi per l'immediatezza della soluzione trovata al problema. Qualcuno potrebbe stupirsi o meravigliarsi che tutto ciò abbia poco a che fare con la tutela dei diritti?

Niente paura. Se c'è qualcuno che avrà qualcosa da obiettare è perché è un nemico del cambiamento, catalogabile con la sinistra o le sinistre, perché in tal modo sia poi facilmente identificabile dagli entusiasti ed inferociti sostenitori del cambiamento.


Già, proprio loro, i sostenitori del cambiamento, resi feroci dalla propaganda continua di Lega e 5 Stelle che li informa del nemico che, per conto loro, stanno quotidianamente combattendo. I sostenitori, però, ancora non si sono accorti che i nemici contro cui combatte il Governo sono tutti nemici che non prevedono alcun esborso finanziario. Sono nemici contro cui è facile inveire.... sono nemici a costo zero. Dei nemici che riguardano il portafoglio, invece, il Governo ne ha perso memoria. E per il momento anche i sostenitori... per il momento.


C'è poi un altro aspetto che caratterizza l'azione del cambiamento ed è caratterizzato dal lavoro dei suoi massimi profeti che contemporaneamente riescono ad occuparsi di tutta la molteplicità degli impegni che devono affrontare, senza però rinunciare a far propaganda.


Luigi Di Maio, nonostante sia ministro del Lavoro e dello Sviluppo ed abbia decine di vertenze a cui dare una risposta - il più spinoso è quello dell'Ilva - è stato impegnato nel disastro di Genova in qualità di vicepremier, nonostante un premier ci sia, e di capo politico dei 5 Stelle, ed oltre a partecipare ad incontri istituzionali ha fatto visite, sopralluoghi, conferenze e rilasciato interviste a giornali radio e tv... senza dimenticare le diatribe social con i rappresentanti del precedente Governo.

Un'attività frenetica, non c'è che dire, per dimostrare che il cambiamento è attivo 24 ore al giorno... con che qualità lo abbiamo visto.


Matteo Salvini ha fatto altrettanto o quasi. Anche se più direttamente coinvolto in qualità di ministro per l'Interno, ha però lasciato la gestione della crisi in mano ai 5 Stelle limitandosi a visite, dichiarazioni e partecipazione ad incontri istituzionali.

Ma nonostante la straordinarietà dell'evento e la necessità del suo coinvolgimento per le operazioni di coordinamento dei soccorsi, Matteo Salvini non ha rinunciato agli appuntamenti già fissati con i suoi elettori.

Così, il 14 era a Catania, il 15 era a San Luca, il 16 a Pontida, il 18 - giornata di lutto nazionale - a Marina di Pietrasanta...


La propaganda del cambiamento deve essere alimentata e supportata senza tregua, giornalmente, in modo che gli elettori del cambiamento possano avere sempre dei nuovi motivi su cui riversare, ferocemente, la loro rabbia e la loro indignazione. Genova, con i suoi morti, non è stata risparmiata e, suo malgrado, è stata protagonista anch'essa della propaganda di Lega e 5 Stelle.

L'enorme moltitudine degli elettori del cambiamento non se ne è accorta... Le famiglie di 20 persone morte nel crollo del ponte Morandi, invece, sì.