La grande attesa relativa a ciò che dirà Puigdemont alle 18, durante la riunione del Parlamento Catalano, tiene la Spagna con il fiato sospeso ed il resto dell'Europa curiosa su quelle che potranno essere le mosse di Rajoy e dello stesso Puigdemont.
Quest'ultimo ha anticipato, nei giorni scorsi che seguirà il percorso indicato dal risultato del referendum che porterebbe così il Parlamento ad esprimersi a favore della dichiarazione d'indipendenza dalla Spagna.
C'è però da considerare quanto avvenuto nelle ultime ore con inviti a moderazione e ripensamenti anche da una parte del settore indipendentista, dove ci sono state - tra l'altro - alcune defezioni come quella della sindaca di Barcellona.
Per tale motivo sono numerosi i media che ipotizzano che oggi vi sia la possibilità che Puigdemont annunci una sorta di "indipendenza differita" accompagnata da un appello al dialogo e alla mediazione.
Ma non bisogna neppure dimenticare le pressioni in senso opposto dei partiti indipendentisti catalani, che nel Parlamento regionale costituiscono la maggioranza, e che invece pretendono l'indipendenza subito, senza ulteriori rinvii.
Il problema vero, per Rajoy, è che questa crisi investe una Spagna che è la quarta economia più grande della zona euro. Nel caso in cui la Catalogna decidesse di non far parte più della monarchia spagnola, al di là dei possibili problemi economici cui potrebbe andare incontro, è certo che tali problemi invece si presenterebbero di sicuro per Madrid e per chi è attualmente al governo.
Pertanto c'è curiosità anche su quali potrebbero essere le mosse del governo spagnolo. Infatti, anche appellandosi all'articolo 155 della Costituzione, ci si chiede in che termini potrà esser messo in atto. Anche "commissariando" la regione Catalogna, tale commissariamento andrebbe poi attuato contro il volere di molti cittadini catalani e di chi lavora nelle istituzioni. In pratica, si corre il rischio di una prova di forza che potrebbe esasperare gli animi, almeno dei più esagitati - che in momenti simili non mancano mai - finendo per causare violenze che finirebbero per far degenerare la situazione.
Non solo. Tra le ipotesi di molti giuristi riportate dai quotidiani spagnoli, la dichiarazione di indipendenza potrebbe far sì che Puigdemont possa essere accusato del reato di sedizione come riportato nel paragrafo quinto dell'articolo 472 del codice penale spagnolo, che prevede una pena che varia da 15 a 25 anni di reclusione. Reato che potrebbe essere esteso anche ad altri che ricoprono incarichi istituzionali nel governo e, addirittura, anche agli stessi parlamentari che la votassero, anche se, nel loro caso le pene sarebbero leggermente ridotte.
Già solo ricordando alcuni dei possibili scenari c'è la possibilità che le conseguenze di quello che potrà avvenire oggi a Barcellona possano essere imprevedibili.
Una via d'uscita che possa creare una sorta di soluzione a metà strada pr dare alle due parti - Spagna e Catalogna - la possibilità di studiare alternative accettabili per entrambi, potrebbe essere, come accennato sopra, una soluzione d'indipendenza che venisse dichiarata oggi, ma che entrasse in vigore tra qualche anno, in modo da creare nei prossimi mesi quel dialogo che Rajoy ha finora rifiutato.
Nel frattempo, unionisti e indipendentisti hanno organizzato nella stessa piazza di Barcellona due singole manifestazioni in attesa del pronunciamento del Parlamento catalano. In mezzo, per ogni evenienza, mezzi blindati e reparti antisommossa dei Mossos d'Esquadra.