Le misure per combattere il COVID19 sono necessarie e sacrosante. Come conseguenza della loro applicazione si è avuto un blocco della vita sociale attraverso il divieto di ogni tipo di spettacolo, di evento e incontro. Molti dei principali media del paese hanno ridotto drasticamente le loro sezioni relative alla cultura. Lo sport è quasi sparito, ma questo fatto è un po’ meno preoccupante in termini di democrazia.


Qual è il concetto di cultura che c’è alla base di tali decisioni? Si pensa che la cultura di questo paese si sia fermata solo perché al momento non ci sono eventi pubblici? Molti artisti creativi e molte istituzioni culturali hanno spostato molto rapidamente la loro sfera di azione su Internet. Ci sarebbe molto da fare anche solo per  segnalare tali eventi!


Ma non si tratta solo di riferire. In questo momento è necessario un chiaro impegno nel sottolineare che l'arte e la cultura possono offrire un contributo significativo alla riflessione sulla tragica situazione attuale che i cittadini, non per colpa loro, stanno vivendo. Tuttavia, molti di coloro che controllano i media sembrano non avere alcuna fiducia nel potere della cultura. Questo non è certo un fatto nuovo, ma sembra particolarmente evidente in un momento dove si percepiscono soltanto burocrati allo sbaraglio.


È necessaria una visione diversa e probabilmente più solidale nei confronti degli artisti e della cultura. I decisori devono assumersi la responsabilità e dare alla cultura lo spazio di cui ha bisogno, soprattutto nelle condizioni attuali. Non da qualche parte in un angolo, ma sui binari principali . “Poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace” c’è scritto nella Costituzione dell'UNESCO del 1947. E quella che stiamo osservando è una situazione dai risvolti psicologici tipici di una guerra.


Sfortunatamente, al momento non sembra che stia accadendo un simile miracolo. Il coronavirus imperversa e si impadronisce sempre più delle menti di chi è in clausura a casa propria.


Compositori, musicisti, pittori, scrittori, poeti, filosofi, registi, giornalisti… l’elenco può ancora proseguire, tutti loro possono contribuire con le proprie opere a mobilitare le masse e a “giustificare” le prese di posizione anche durissime della democrazia nei confronti della pandemia. Nell’insicurezza determinata dal brusco sviluppo della globalizzazione e delle fake news è necessario, senza mezzi termini, l’effetto purificatore e liberatorio, catartico, delle arti. 


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