vai alla 1ª parte...

Il caso di cui sto parlando è estremamente delicato, dati i tempi è doveroso rifarsi a contenuti ufficiali che diano adito ad un dibattito, ancor meglio ad una riflessione personale e porti a chiederci quanta responsabilità risiede nelle istituzioni che sono comunque l’espressione dell’elettorato nazionale.  L'inizio ufficiale di un ritorno al passato è stato determinato dallo “sdoganamento” del partito del MSI ad opera di Berlusconi che non si è fatto alcuno scrupolo pur di mantenere il potere, agli italiani nostalgici e non è bastato che venisse cambiato il logo in “Alleanza Nazionale” che immediatamente una forza di destra – a cui "guardavano"  anche le frange ufficiose ed eversive - divenisse all’improvviso democratica.  Di seguito altri stralci del processo.


CALAMITA’ NATURALI
Testimonianza del Col. Ricciato.

"Comando il secondo raggruppamento celere da luglio del 1965 ma sono in forza al reparto dal 10 agosto 1960 ove giunsi sottotenente e dove feci tutta la mia carriera seguendo le vicende del reparto in tutte le attività che ha espletato sia per questioni di O.P. sia per l'antiterrorismo in Alto Adige sia per la lotta contro il banditismo in Sardegna sia per i fatti di Reggio Calabria sia per i fatti alluvionali sia per altre calamità come quella del Vajont, quelle di Firenze, quelle che accaddero appunto nel 1967 nella zona qui anche del padovano.

Il secondo raggruppamento celere di Padova è un reparto che istituzionalmente ha compiti di O.P. in prevalenza e quindi anche di soccorso pubblico per calamità naturali con prevalenza per fatti alluvionali. È un reparto che si è sempre retto con grande spirito di reparto che gli appartenenti hanno avuto e per l'amalgama che vi è stata sempre fra ufficiali, sottoufficiali e guardie sulla spinta dell'esempio, in quanto dal comandante gli ufficiali comandanti di compagnia vi è stata sempre una partecipazione attiva a tutte le circostanze. È costituito su due battaglioni ma questa costituzione su due battaglioni io la faccio risalire all'epoca in cui questo reparto operava in Sardegna in quanto un battaglione era dislocato in Sardegna e l'altro battaglione era dislocato in continente e si alternavano con periodicità quadrimestrale. Quando cessarono le esigenze della Sardegna un battaglione rimase dislocato in Sardegna in quanto la ricettività della caserma Pietro Inardì non avrebbe consentito il trasferimento del battaglione in Sardegna a marzo. La forza di questo reparto che per organico dovrebbe essere sulle mille e più unità non ha mai raggiunto a Padova le 400/500 unità. Il battaglione di Padova è su quattro compagnie, di cui tre a Padova e una a Trieste".


(RISERVATO)

Disposizioni riservate della questura di Milano dell'11 dicembre '75, per le manifestazioni indette dalle forze dell'"arco costituzionale" nella ricorrenza della strage di Piazza Fontana (si noterà che per far agire nel rispetto della legge la polizia è necessaria una "riservata-urgente". Ma purché si tratti bene "l'arco costituzionale"…. (...) "Si raccomanda che ogni intervento della forza pubblica venga proceduto dalle prescritte intimazioni di legge, curando che gli squilli di tromba siano ripetuti più volte.

Gli interventi stessi dovranno essere proporzionati ed ispirati alla più stretta legalità.

I Sigg. Funzionari avranno cura di mantenere i contingenti della forza pubblica sempre in nuclei omogenei agli ordini dei rispettivi Comandanti, evitando qualsiasi dispersione che potrebbe avere come conseguenze azioni individuali, intempestive e controproducenti (...)".


ENCICLOPEDIA

"Enciclopedia della polizia", testo del corso di cultura generale alla scuola di polizia:

- "Pena di morte": "Vi sono casi di delinquenza che suscitano turbamento assai profondo nello spirito dei cittadini o, anche quando trattasi di delitti comuni, a cagione della loro atrocità, rivelano un'indole così profondamente malvagia nei delinquenti da togliere alla società qualsiasi speranza che si possa con la pena restrittiva della libertà personale porre un freno ai loro istinti perversi. In questi casi è necessaria la più grave pena intimidatrice: la pena di morte... Il vigente codice aveva compreso la pena di morte ma è stata abolita".

- "Comunismo": "Il carattere sostanziale costitutivo di esso è distruggere l'umana personalità".

- "Masturbazione": "Vizio funesto che ha tanta nefasta influenza nel fisico e nel morale e che talvolta conduce precocemente alla morte".


IL VIGLIACCO

“Il 26 maggio di quest'anno, o in giorno prossimo, ho effettivamente subito a Trento delle percosse ad opera delle guardie P.S. del mio reparto. Stavamo inseguendo dei dimostranti e, dietro una curva, mi sono imbattuto in una persona stesa a terra. Ho provveduto a prendere per portarlo via, aiutato da alcuni uomini. Gli agenti che stavano sopraggiungendo alle mie spalle hanno infierito, senza necessità a mio parere, sulla persona in questione e, nel tentativo di proteggere e coprire detta persona, sono rimasto colpito anch'io alle braccia. All'epoca rivestivo il grado di tenente; la carica fu ordinata da un vicequestore, il dott. Russo, almeno così mi pare, il quale ordinò al mio superiore capitano De Palma di effettuare un'altra carica, dato che, sino a quel momento, il numero dei fermati non era sufficiente. (...)


A UNO A UNO

Margherito: “Il capitano De Palma, ad esempio, nonostante un grave incidente che lo ha menomato, continua a restare al 2 Celere. Fu ferito da un colpo di pistola a Primavalle, tre giorni prima l'approvazione della legge Reale. Fu proprio questo ferimento, che portò il capitano in fin di vita, a dare il colpo di grazia per l'approvazione della famigerata legge. De Palma è convinto che a ferirlo siano stati i "rossi", anche se non è ancora stato individuato chi ha sparato. Vive in questa convinzione, e quando va in piazza - lo diceva di fronte a tutti - cerca "l'uno a uno".


IN FRIULI

Margherito racconta: “Il reparto non poté dare l'aiuto necessario ai terremotati perché non aveva portato con sé i mezzi tecnici che pure ha in dotazione.  Dimenticammo a casa le ruspe ma non dimenticammo i manganelli...

Presidente: "Che significa?... Per me è incomprensibile. Mi scusi, sa?”

Margherito: "A Vito D'Asio successe un fatto molto increscioso: un contingente al comando del capitano Sciuto di stanza in questo paese fu sorpreso una notte mentre si approvvigionava presso la cambusa dei terremotati".

Presidente: "Per favore, vuol stare zitto adesso? Avanti, se no poi non filiamo più".


OFFESO NELL’ONORE

Guardia Musolino: (...)” Mi sono sentito ledere nella mia personalità per il fatto che erano stati interessati dei nostri problemi giornali politici rappresentanti persone che fino al giorno prima ci hanno preso a sassi, bottiglie molotov e cose del genere".

Malagugini: “Quali giornali?”

Musolino: "Quelli dell'estrema sinistra: Lotta Continua, Unità".

Malagugini: "In quali occasioni il PCI si è comportato così?".

Musolino: "A Treviso, anche se non c'ero personalmente. C'era la mia compagnia".

Malagugini: "C'era il PCI?".

Musolino: "C'erano contatti.... (...). Le mie idee e quelle di Margherito non collimano".

Malagugini: "Quali sono le sue idee quali quelle di Margherito?".

Musolino: "Il signor capitano frequentava comizi di sinistra. Io, invece, sono un moderato".

Malagugini: "I redattori del ‘Resto del Carlino' sono mai stati presi a sprangate?".

Musolino: "Di che colore è?  (….) A lei cosa interessano le mie idee politiche?".

Malagugini: "Tanto quanto a lei interessano quelle del capitano Margherito". A Trieste lei ebbe un incidente?".

Presidente: "Non permetto la domanda!".

Malagugini: "Come non permette la domanda? La domanda è legittima. Questo tribunale non è il 2 Celere!".

Presidente: "Non c'entra con il processo".

Margherito (alzandosi): "C'ero io. Spaccò la testa a un fotografo con una legnata".

Musolino: "Un giornalista può essere un estremista!".


LA FIONDA

Presidente: "Ritorniamo sul fatto delle fionde. Lei ha consegnato alla guardia Verità le fionde, dicendo di tenerle sulla campagnola e ha detto ‘a scopo di sicurezza’...".

Margherito: "Di deterrente psicologico".

Presidente: "Ci vuole spiegare il concetto di deterrente psicologico?".

Margherito: "Cioè, dare una sensazione... Più che altro, secondo me, siccome volevo affrontare i servizi diversamente con le guardie ritenevo che non si doveva creare uno scontro con quelli che erano i metodi precedenti. Infatti, qualcuno poteva rimanere disorientato nell'affrontare determinate situazioni di ordine pubblico non in modo consueto... Ho voluto, diciamo così, tener fede, come primo incontro con il servizio e con gli uomini, a quello che era lo spirito del reparto ("i gladiatori dello stato", non guardie di pubblica sicurezza - diceva il colonnello Ricciato). Fra le varianti di cui ho detto e altre di cui non mi si è lasciato parlare, io ho scelto la più innocua.


2. continua...