"Le cose devono cambiare adesso se vogliamo evitare conseguenze peggiori. Crisi climatica non significa solo il tempo atmosferico. Significa anche mancanza di cibo e di acqua, luoghi invivibili e, conseguentemente, rifugiati. Fa paura", ha dichiarato Greta Thunberg nella sua petizione di protesta contro la mancanza di azione dei governi sulla crisi climatica, firmata oltre a lei da altri 15 bambini e adolescenti di 12 paesi nel mondo e presentata quest'oggi al Comitato ONU sui Diritti dell'Infanzia.

Il reclamo - come chiarisce l'Unicef in una nota - è stato presentato tramite il Terzo Protocollo Opzionale alla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, un meccanismo volontario che permette ai bambini e agli adulti in loro vece di appellarsi direttamente alle Nazioni Unite per ricevere aiuto se un paese che ha ratificato il protocollo non fornisce un rimedio per una violazione dei diritti.

Annunciato durante una conferenza stampa che ha avuto luogo nella sede dell'Unicef a New York, il reclamo punta a incoraggiare da parte delle nazioni l'attivazione di politiche urgenti in grado di ridurre il riscaldamento globale e mitigare l'impatto della crisi climatica che, tra l'altro, costituisce anche una violazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti.

"Trent'anni fa - ha dichiarato Charlotte Petri Gornitzka, vicedirettore generale dell'UNICEF - i leader mondiali hanno preso un impegno storico per i bambini del mondo, adottando la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza.

Oggi, i bambini del mondo stanno chiedendo conto su quell'impegno. Supportiamo pienamente i bambini e gli adolescenti che esercitano i loro diritti e prendono posizione. Il cambiamento climatico avrà impatti su ciascuno di loro. Non c'è da stupirsi che si stiano unendo per reagire".

A firmare il documento, oltre Greta Thunberg, anche Alexandria Villaseñor, 14 anni, suo alter ego negli Stati Uniti, insieme a 14 altri adolescenti da Argentina, Brasile, Francia, Germania, India, Isole Marshall, Nigeria, Palau, Sud Africa, Svezia, Tunisia e Stati Uniti. Il gruppo è rappresentato dallo studio legale Hausfeld LLP e Earthjustice.