A Baku, in Azerbaigian, si è concluso nella notte l'ultimo vertice della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29). Dopo quasi due settimane di intense negoziazioni, i rappresentanti di circa 200 nazioni hanno raggiunto un accordo che segna un un ulteriore passo poco significativo nella lotta contro il cambiamento climatico.
L'intesa prevede che i Paesi più sviluppati forniscano 300 miliardi di dollari all'anno per i prossimi dieci anni ai Paesi in via di sviluppo. Questo nuovo impegno triplica l'attuale contributo annuo di 100 miliardi di dollari, stabilito per la prima volta nel 2009 durante la COP15.
L'obiettivo principale di questo fondo aumentato è supportare i Paesi più poveri e vulnerabili nell'affrontare le conseguenze devastanti del cambiamento climatico. I finanziamenti saranno destinati a:
- Abbandono delle energie fossili: aiutare le economie in via di sviluppo a ridurre la dipendenza da carbone, petrolio e gas.
- Adattamento climatico: promuovere iniziative per adattarsi a un futuro più caldo e a eventi meteorologici estremi.
- Riparazione dei danni: contribuire ai costi dei disastri climatici che hanno già colpito molte nazioni.
Questo sostegno è cruciale per i Paesi in via di sviluppo, che spesso subiscono le peggiori conseguenze dei cambiamenti climatici pur essendo tra i minori responsabili delle emissioni globali.
Nonostante l'accordo rappresenti un progresso comunque significativo rispetto al passato, i Paesi in via di sviluppo avevano richiesto un impegno finanziario molto più ambizioso: 1.300 miliardi di dollari all'anno. Questa somma era stata proposta per affrontare in modo più incisivo le sfide legate alla transizione energetica e alla resilienza climatica.
L'ammontare di 300 miliardi è stato accolto come un compromesso, considerando l'inclusione della postilla in cui si fa presente che i Paesi partecipanti si impegnano a cercare ulteriori risorse nei prossimi anni. Questo lascia aperta la possibilità di incrementare i finanziamenti in futuro, un aspetto essenziale per dare almeno una minima speranza ai Paesi più vulnerabili.
Gli esperti hanno accolto l'accordo con un misto di ottimismo e cautela. L'aumento dei finanziamenti è considerato un progresso significativo, ma molti sottolineano che i fondi stanziati potrebbero essere insufficienti rispetto alla portata della crisi climatica.
La transizione energetica nei Paesi in via di sviluppo richiede investimenti colossali in infrastrutture sostenibili, tecnologie verdi e formazione. Inoltre, il cambiamento climatico sta intensificando la frequenza e la gravità di eventi climatici estremi, come uragani, inondazioni e siccità, che comportano costi enormi per le nazioni più povere.
Questa è stata la dichiarazione del Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, a commento della COP29:
"La COP29 giunge al termine di un anno brutale, segnato da temperature record e segnato dal disastro climatico, mentre le emissioni continuano ad aumentare. La finanza è stata la priorità numero uno.I paesi in via di sviluppo sommersi dai debiti, colpiti da catastrofi e lasciati indietro dalla rivoluzione delle energie rinnovabili hanno un disperato bisogno di fondi. Un accordo alla COP29 era assolutamente essenziale per mantenere vivo il limite di 1,5 gradi. E i paesi hanno mantenuto la parola data.Avevo sperato in un risultato più ambizioso, sia in termini finanziari che di mitigazione, per affrontare la grande sfida che ci troviamo ad affrontare. Ma questo accordo fornisce una base su cui costruire.Deve essere onorato in pieno e nei tempi previsti. Gli impegni devono trasformarsi rapidamente in denaro. Tutti i paesi devono unirsi per garantire che il massimo di questo nuovo obiettivo venga raggiunto.La COP29 si basa anche sui progressi compiuti lo scorso anno in termini di riduzione delle emissioni e accelerazione della transizione energetica. E raggiunge un accordo sui mercati del carbonio.Si è trattato di una negoziazione complessa in un panorama geopolitico incerto e diviso. Mi congratulo con tutti coloro che hanno lavorato duramente per costruire un consenso. Avete dimostrato che il multilateralismo, incentrato sull'accordo di Parigi, può trovare una via attraverso le questioni più difficili.Faccio appello ai governi affinché considerino questo accordo come un fondamento e continuino a svilupparlo.In primo luogo, i paesi devono realizzare nuovi piani nazionali di azione per il clima (NDC) per l'intera economia, allineati a 1,5 gradi, ben prima della COP30, come promesso. I paesi del G20, i maggiori emettitori, devono guidare.Questi nuovi piani devono riguardare tutte le emissioni e l'intera economia, accelerare l'eliminazione graduale dei combustibili fossili e contribuire agli obiettivi di transizione energetica concordati alla COP28, sfruttando i vantaggi delle energie rinnovabili pulite ed economiche. La fine dell'era dei combustibili fossili è un'inevitabilità economica. Nuovi piani nazionali devono accelerare il cambiamento e contribuire a garantire che avvenga con giustizia.In secondo luogo, abbiamo bisogno di un'azione rapida per rispettare gli impegni presi nel Patto per il futuro. In particolare, per quanto riguarda un'azione efficace sul debito; aumentando la finanza agevolata e migliorando l'accesso; e aumentando sostanzialmente la capacità di prestito delle banche multilaterali di sviluppo, con un'adeguata ricapitalizzazione. Ringrazio il governo dell'Azerbaigian per la sua ospitalità e il presidente della COP29 Mukhtar Babayev e il suo team per il duro lavoro. Sono grato al Segretario esecutivo dell'UNFCCC Simon Stiell e ai suoi colleghi per il loro straordinario supporto, e naturalmente al team delle Nazioni Unite. E voglio elogiare tutti i delegati, i giovani e i rappresentanti della società civile che sono venuti a Baku per spingere i partiti verso la massima ambizione e giustizia. Concludo con un messaggio diretto a loro. Continuate così. Le Nazioni Unite sono con voi. La nostra lotta continua. E non ci arrenderemo mai".