Il dato pubblicato dal Viminale sull'affluenza al voto per le elezioni Europee alle ore 12 è del 16,72%, praticamente identico al 16,66% registrato nel 2014.

Lo stesso andamento, inoltre, lo ritroviamo nelle percentuali delle singole regioni, con una minore affluenza in quelle appartenenti alle circoscrizioni dell'Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria) e dell'Italia insulare (Sicilia, Sardegna).

Naturalmente è impossibile poter fare previsioni su quale sarà l'esito del voto. In ogni caso qualche considerazione è possibile farla fin d'ora.

Con questo andamento, il numero di elettori che nel 2014 si recò a votare fu pari al 57,7% degli aventi diritto.

Il Pd renziano, grazie agli 80 euro, ottenne il 40% delle preferenze, quasi il doppio rispetto al 21% ottenuto dai 5 Stelle.

Considerato che il Movimento 5 Stelle alle ultime politiche è stato il partito più votato grazie ai voti ottenuti nel meridione e nelle isole, è evidente fin d'ora che il risultato ottenuto alle politiche del 2018 non riuscirà a replicarlo.

Non solo. Considerando che negli ultimi 12 mesi Di Maio ha fatto di tutto e di più per dimostrare agli elettori di sinistra che i 5 Stelle guidati da lui con la sinistra non hanno nulla a che fare, bisogna considerare che anche quel bacino di voti, dovunque andrà a finire, non rimpolperà di certo il numero di voti dei grillini.

Che cosa ci porta a supporre tutto ciò? Che il risultato finale per il Movimento 5 Stelle potrebbe essere molto deludente e molto difficilmente potrà superare il 21% del 2014.