I miracoli occupazionali del Governo registrati a maggio 2019, una volta analizzati da il Sole 24 Ore finiscono per non essere più tali, soprattutto perché viene dimostrato  che anche l'attuale esecutivo, al di là di promesse e dichiarazioni roboanti, favorisce il precariato!

Dei 67mila lavoratori in aumento a maggio 2019, 41mila sono costituiti da partite Iva (28mila) e contratti a termine (13mila), mentre dei 27mila contratti permanenti, 26mila sono le stabilizzazioni derivanti dalla trasformazione di contratti in staff leasing.

L'incremento delle partite Iva, i lavoratori che l'Istat indica come indipendenti, è favorito dalle misure fiscali (con vantaggi fino a 65mila euro annui) che finiscono per incentivare forme di contratto alternative ed elusive in alternative a quelle dovute, con un contratto a tempo indeterminato.

Inoltre, il Sole ricorda che la maggior parte dei nuovi occupati è costituita da un boom di part time involontari (il part time è considerato un contratto a tempo indeterminato) che interessa il 64% del totale con stipendi che, in media, richiedono meno ore di lavoro!

Così, come già si era registrato ai tempi di Renzi, il numero di occupati in Italia aumenta, ma non aumenta il numero di ore lavorate. I dati del 2019 indicano che le ore lavorate per dipendente sono diminuite del -0,1% nel primo trimestre rispetto ai primi tre mesi del 2018, quando già allora erano in calo del -0,2% sullo stesso periodo del 2017. Pertanto, gli stipendi dei nuovi occupati non saranno certo tali da consentir loro tranquillità economica.

Inoltre, questo fantastico risultato di maggio riguarda l'assunzione del personale stagionale ed il dato è "frutto dei risultati (sfasati di qualche mese) di una congiuntura che sembrava migliore a metà dell'anno scorso".

Nel giugno del 2018, ricorda il Sole, "Luigi Di Maio dichiarava che il decreto dignità sarebbe stato la Waterloo del precariato. A dire la verità Napoleone non è ancora sconfitto".