"L'Ungheria sostiene il finanziamento della pace, non della guerra e quindi non fornisce armi all'Ucraina. ... Il governo ungherese è quasi l'unico in Europa a dire che è necessario sostenere la pace, non la guerra", ha detto venerdì il primo ministro ungherese Viktor Orban a Radio Kossuth, ribadendo che, a differenza degli Stati Uniti e di altri paesi dell'UE, l'Ungheria ha rifiutato di consegnare armi all'Ucraina, non volendo essere coinvolta nel conflitto.Il premier ungherese ha affermato che "l'Ucraina ha diritto all'autodifesa". Tuttavia, pensa che "il vero problema sia quello che fanno gli occidentali e gli americani" fornendo armi, munizioni ed equipaggiamento militare all'esercito ucraino. "I fondi dovrebbero essere utilizzati per raggiungere la pace" e non per continuare la guerra, ha detto Orban ribadendo che l'Ungheria fin dall'inizio ha sostenuto la risoluzione diplomatica del conflitto ucraino."Se l'Ungheria non inizia a parlare di pace, nessuno lo farà e allora la pace non arriverà mai", ha sottolineato.Detto questo, Orban ha suggerito che ci sono forze in Occidente interessate al continuo conflitto in Ucraina. "Ci sono circoli economici che finanzieranno la guerra, ad esempio George Soros", ha osservato. L'uomo d'affari statunitense di origine ungherese è considerato un ardente oppositore dell'attuale governo ungherese. Il premier ha affermato che dovrebbero essere prese misure dure contro i "guerrafondai".

La dichiarazione odierna di Orban è ripresa dall'agenzia russa Tass. Dato che finora, a differenza di altre fonti di informazione russe, la Tass ha sempre riportato in maniera corretta le fonti terze, è da ritenere che lo abbia fatto anche in questo caso.

Quindi, come è facile intuire, l'amico di Salvini e Meloni è sempre di più una minaccia di frattura nella faticosa coesione finora raggiunta dall'Europa nelle decisioni prese in reflazione alla guerra in Ucraina e, c'è da supporre, in relazione al processo di adesione di Kiev all'Unione europea, un aspetto su cui invece punta, e molto, Zelensky, come ha sottolineato nel suo discorso prima della buona notte, diffuso giovedì, in cui ha dichiarato di averne parlato in precedenza con il presidente francese Macron, nel corso di un colloquio telefonico.

Ma anche la questione armamenti è fondamentale per l'Ucraina.

Secondo l'intelligence del ministero della Difesa ucraino, la Russia sta effettuando molti meno attacchi missilistici e sta usando dei Kh-22,  vecchi missili sovietici fabbricati negli anni '70. Questo perché starebbe finendo i missili di precisione, come ha affermato Vadym Skibitskyy in un post su Facebook.

Sempre l'intelligence ucraina  ha affermato che le risorse economiche della Russia le consentirebbero di continuare la guerra al ritmo attuale al massimo per un anno, tanto che il Cremlino potrebbe tentare di congelare il conflitto per qualche tempo in modo anche da convincere l'Occidente ad annullare o ammorbidire le sanzioni, per poi riprendere l'aggressione.

Questo spiega anche il perché, nell'ultimo periodo, Zelensky & Co. abbiano associato i termini tregua, colloqui e trattative al ritiro dell'esercito russo all'interno dei propri confini, facendo intendere di voler mirare anche al territorio occupato dalle repubbliche separatiste dal 2014, se non anche alla Crimea.

Per questo entrambe le parti si stanno confrontando duramente per il controllo del Donbass, a partire dalla contesa città di Severodonetsk, dove sono in corso combattimenti strada per strada. Ma si combatte anche nel sud-est, nella regione di Zaporizhzhia dove, secondo  Zelensky gli ucraini avrebbero riconquistato alcune zone. 

E mentre la guerra infuria, per stessa ammissione di Kiev, l'esercito ogni giorno registra tra i 100 e i 200 soldati uccisi. Un'ammissione per ricordare all'occidente l'invio, in quantità, di nuove armi che riescano a colpire i russi nelle retrovie, molto di più di quanto non siano in grado di fare gli obici. 

Ma anche la Russia continua a registrare nuove perdite. Questo l'ultimo bollettino: 31.900 soldati, 1.409 carri armati, 3.450 veicoli corazzati da combattimento, 2.438 veicoli e serbatoi di carburante, 712 sistemi di artiglieria, 222 sistemi di lancio multiplo di razzi, 97 sistemi antiaerei, 178 elicotteri, 212 aeroplani, 572 droni, e 13 imbarcazioni.

Infine, viene segnalata drammatica la situazione per le decine di migliaia di persone - 100mila il loro numero, anche se supposto - ancora presenti a Mariupol. Nonostante i russi ne abbiano il controllo da settimane, la città sul Mar d'Azov sta attraversando una crisi umanitaria senza precedenti, a causa della mancanza di acqua dolce e forniture mediche, che la sta mettendo a rischio di una grave epidemia di colera.

Mentre così sono sono stati seppelliti i numerosi morti di Mariupol...