L'occasione fa l'uomo ladro, è accertato... e a confermare un'evidenza di cui abbiamo avuto mille riscontri, in questi giorni ci sono venute in soccorso anche le compagnie petrolifere italiane che, in occasione del lungo ponte iniziato con la Pasqua e che terminerà il 1 maggio, hanno progressivamente aumentato il prezzo dei carburanti, tanto che in alcuni tratti autostradali ha persino superato i 2 euro al litro.

Secondo le medie calcolate dal Codacons, in modalità servito, il prezzo della benzina ha raggiunto 1,750 euro/litro, mentre quello del diesel è di 1,643 euro/litro.

A confermare gli aumenti anche l'Osservaprezzi carburanti del Mise, che indica come prezzo medio nazionale in modalità self per la benzina 1,618 euro al litro, con oscillazioni che variano da 1,618 a 1,633 euro al litro a seconda del marchio. Il prezzo medio praticato del diesel è invece di 1,508 euro al litro, con oscillazioni tra 1,509 e 1,518 euro al litro.

Annunciati per oggi gli ulteriori aumenti di Eni, Ip e Italiana Petroli su benzina e diesel, con rialzi di 1 centesimo per entrambi i carburanti.

Considerando che sull'A1 l'impianto IP dell'area di servizio di Montepulciano Est eroga la benzina in modalità servito a 2,07 euro al litro contro gli 1,6 in modalità self, è evidente che si stia approfittando del periodo per "metter fieno in cascina" a spese del distratto e rilassato vacanziere.

Normale che ciò accada? Dato che il Mise, in relazione al prezzo dei carburanti, effettua una "attività di monitoraggio ed informazione ... come contributo necessario alla politica di tutela dei consumatori" non parrebbe del tutto fuori luogo che il ministro dello Sviluppo, tra un impegno e l'altro, chiedesse conto ai gestori come sia possibile che la differenza di prezzo di un pieno tra la modalità servito e quella self possa oscillare in media - in base al serbatoio - tra i 15 ed i 20 euro!