«Condividiamo con gesti concreti di solidarietà il cammino dei migranti e dei rifugiati» ha scritto il Papa in un tweet per promuovere un'inziativa della Caritas, Global Week of Action, che si svolgerà nella settimana dal 17 al 24 giugno.


E sull'argomento, Francesco è tornato anche dopo l'Angelus.

«Mercoledì prossimo ricorrerà la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione su ciò che vivono, spesso con grandi ansietà e sofferenze, i nostri fratelli costretti a fuggire dalla loro terra a causa di conflitti e persecuzioni.

Una Giornata che, quest’anno, cade nel vivo delle consultazioni tra i Governi per l’adozione di un Patto Mondiale sui Rifugiati, che si vuole adottare entro l’anno, come quello per una migrazione sicura, ordinata e regolare. Auspico che gli Stati coinvolti in questi processi raggiungano un’intesa per assicurare, con responsabilità e umanità, l’assistenza e la protezione a chi è forzato a lasciare il proprio Paese.

Ma anche ciascuno di noi è chiamato ad essere vicino ai rifugiati, a trovare con loro momenti d’incontro, a valorizzare il loro contributo, perché anch’essi possano meglio inserirsi nelle comunità che li ricevono. In questo incontro e in questo reciproco rispetto e appoggio c’è la soluzione di tanti problemi.»

Il ministro dell'Interno, almeno per il momento, non ha ancora messo il Papa, per quanto ha detto, alla berlina dei suoi followers sui suoi profili social. Strano, perché secondo la logica di Salvini, pure Bergoglio adesso è diventato un nemico suo e dei "suoi" italiani.