La crisi energetica che ha colpito l'intera economica globale non va ritenuta solo frutto di un mix di fattori negativi, come il Covid che è capitato proprio nel pieno della transizione energetica.
In realtà, la crisi è frutto delle inefficienze di un sistema che non funziona, perché squilibrato e strutturalmente inadeguato.
Durante la pandemia, i Paesi dipendenti dalle fonti energetiche tradizionali avrebbero potuto fare investimenti minimi che avrebbero potuto ottimizzare e migliorare l’output complessivo. Ma non è stato fatto.
Così, ad esempio, l’Italia che è il paese europeo, dopo Cipro e Malta, a dipendere più di altri dalle forniture estere, finisce per trovarsi in balia dei paesi produttori, dal Qatar alla Russia, che possono così permettersi di ritoccare al rialzo i prezzi, in modo da vendere al miglior offerente.
Dalla fine dello scorso giugno i prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica hanno iniziato a correre e da allora non si sono più fermati. Il gas è schizzato invece in pochissimi giorni sui massimi da febbraio 2014. E siccome l’inverno non è ancora iniziato, è forse opportuno iniziare a preoccuparsi.