Politica

Salvini e la vicenda Open Arms... piccoli Goebbels crescono

La propaganda nazista, le cui fila erano principalmente tenute da Joseph Goebbels, ministro della Propaganda del Terzo Reich, fu uno strumento fondamentale per inculcare una verità di regime in modo da creare una società che aderisse ai principi ideologici del nazismo. Questa propaganda era onnipresente e permeava tutti gli aspetti della vita pubblica e privata in Germania.

Queste erano le sue caratteristiche principali:

Semplicità e ripetizione
La propaganda nazista utilizzava messaggi semplici e ripetuti in modo ossessivo. Secondo Goebbels, la propaganda doveva essere accessibile a tutti, indipendentemente dal livello di istruzione. I messaggi venivano ripetuti costantemente per imprimersi nella mente delle persone, come slogan tipo: "Ein Volk, ein Reich, ein Führer" (Un popolo, un Reich, un Führer).

Il culto del Führer
Adolf Hitler era dipinto come una figura messianica e infallibile, un leader carismatico destinato a salvare la Germania. La propaganda lo rappresentava come il "salvatore" del popolo tedesco, creando una devozione quasi religiosa nei suoi confronti. Il Führer veniva associato alla rinascita economica e militare del Paese, rafforzando la sua immagine di guida imprescindibile.

Uso dei nemici interni ed esterni
La propaganda nazista sfruttava il concetto di nemico per giustificare le politiche repressive e razziste. Gli ebrei, in particolare, erano descritti come parassiti della società, responsabili dei mali economici e sociali della Germania, fomentando odio e antisemitismo. Allo stesso modo, i comunisti, i socialisti e altre forze politiche contrarie al regime erano dipinti come traditori della patria.

Manipolazione della storia e della cultura
Il regime manipolava la storia per legittimare le sue politiche. La grandezza passata della Germania era esaltata, mentre la sconfitta nella Prima guerra mondiale era attribuita alla "pugnalata alle spalle" inflitta dagli ebrei e dai comunisti. La cultura e l'arte erano censurate: artisti, scrittori e intellettuali che non aderivano ai valori nazisti venivano ostracizzati.

Controllo dei media
Il regime nazista mise sotto stretto controllo tutti i mezzi di comunicazione, tra cui giornali, radio, cinema e, successivamente, la televisione. Questi canali erano usati per diffondere la visione del mondo nazista, eliminando ogni forma di dissenso. Anche l'industria cinematografica fu utilizzata per produrre film propagandistici che rafforzavano la narrativa nazista, come Il trionfo della volontà di Leni Riefenstahl, che celebrava Hitler e il Partito Nazista.

Istruzione e giovani
La propaganda iniziava sin dall'infanzia. Le scuole e i libri di testo erano strumentalizzati per inculcare gli ideali del nazismo, glorificando la razza ariana e demonizzando i nemici del Reich. Le organizzazioni giovanili, come la Hitlerjugend (Gioventù Hitleriana), furono create per plasmare le nuove generazioni in modo da farle diventare fedeli sostenitori del regime.

Appello all'unità nazionale e alla purezza razziale
Il concetto di "Volksgemeinschaft", la comunità nazionale o popolare, era centrale. Veniva promossa una visione della Germania come una nazione unita e pura, libera da contaminazioni razziali e ideologiche. La purezza razziale ariana era uno dei temi ricorrenti e giustificava politiche di discriminazione, sterilizzazione e sterminio.

Obiettivo finale
L'obiettivo ultimo della propaganda nazista era creare una società completamente subordinata all'ideologia del regime, eliminando ogni forma di pensiero critico. Attraverso la manipolazione delle emozioni, della paura e dell'orgoglio nazionale, la propaganda mirava a far sì che i cittadini accettassero, e persino supportassero, le politiche più violente e distruttive del Terzo Reich, inclusa la guerra e l'Olocausto.


Dopo il breve ripasso storico, adesso cominciate a fare raffronti con quanto sta accadendo oggi. È vero, Meloni e Salvini non sono né Hitler e neppure Mussolini, però quello che faceva Goebbels lo stanno riproponendo in toto, modificandone gli strumenti di leva (gli ebrei oggi sono diventati i migranti... i Rom invece sono rimasti tali e quali), ognuno per le proprie convenienze.

Così, dopo  la "richiesta" di condanna nel processo Open Arms, Salvini e la Lega cercano di ridisegnare la realtà facendo credere, con l'aiuto di mezze cartucce che pretendono di farsi chiamare giornalisti, che capitan coniglio (come definire altrimenti uno che dice di non aver paura di andare in galera salvo poi mettere in scena una farsa per influenzare i giudici in modo da evitare la condanna perché altrimenti emetterebbero una sentenza contro la volontà degli italiani) sequestrando su una nave fino a 147 naufraghi, persino dei bambini, avrebbe difeso i confini della patria.

Che lui non abbia un minimo di dignità nello strombazzare certe scemenze, ci sta. Quello che Salvini dice è ovviamente istituzionalmente condannabile senza alcun dubbio, ma comunque umanamente comprensibile, considerando un disgraziato che potrebbe andare persino in galera dovendo pure pagare un milione di euro alle parti lese.

Ma chi sta ad ascoltare Salvini, pendendo dalle sue labbra, accettando come oro colato la sua verità stravolta in base alle esigenze personali, senza neppure disturbarsi nel ripercorrere i fatti, nel leggere o rileggere, in relazione alla vicenda Open Arms, quanto accaduto giorno per giorno, inclusi gli atti ufficiali che si accompagnavano agli inviti che ricordavano palesi violazioni del codice penale, non gli viene almeno il dubbio di farsi prendere in giro e di essere trattato come un cretino?

Autore Roberto Castrogiovanni
Categoria Politica
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