Facciamola pagare a qualcuno. Questo lo slogan con cui riassumere il "cambiamento" del governo del cambiamento. Salvini la vuol far pagare ai migranti, Di Maio la vuol far pagare ai pensionati d'oro, la Bongiorno la vuol far pagare ai dipendenti della Pubblica amministrazione.

Una politica basata sulla vendetta che viene spacciata per legalità. Può darsi che sia così, ma è difficile credere che questa possa essere la "normalità" a cui deve aspirare un governo di un Paese democratico. Eppure alla gente sembra piacere e chi la propone, finora, dalla gente viene premiato.

L'ultima ad accodarsi alla politica del "facciamola pagare a" è stata la ministra della Pubblica amministrazione, Giulia Bongorno, che in un'intervista al Corriere ha ipotizzato per il pubblico impiego l'introduzione di rilevazioni biometriche, sopralluoghi a sorpresa, ispezioni a campione... ovviamente il tutto solo per far rispettare la legalità.

Secondo i sindacati però, come ricorda la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino, "la riforma della valutazione della performance individuale e collettiva, quella che il ministro chiama lotta ai raccomandati, è già stata introdotta qualche mese fa e a lei tocca attuarla... vale per dirigenti e dipendenti e prevede già il coinvolgimento dei cittadini.

Quanto all’identificazione biometrica e ai blitz, consiglierei al ministro di rendersi prima conto di quali sono i problemi che incidono sull’efficacia della pubblica amministrazione, che sono il sotto organico, le poche risorse, l’assenza di formazione e aggiornamento e di mezzi adeguati."

Questi ultimi problemi richiedono degli interventi normativi, con conseguenti interventi di spesa. In pratica richiedono che il governo faccia qualcosa. Il fare qualcosa, però, prevede governare, prendere delle decisioni, fare delle scelte... tutti argomenti che dal punto di vista del consenso procurano spesso malumori e mugugni.

La curiosità, però, sta nel capire se, annunci a parte, prima o poi questo governo Lega - 5 Stelle sarà mai in grado di fare qualcosa di concreto, a parte che prendersela con chi è minoranza o con chi non ha la possibilità di votare.