Trump era in Giappone, ad Osaka, per il G20. Approfittando di questo appuntamento, con l'aiuto della diplomazia Coreana, il presidente Usa ha organizzato anche un nuovo incontro con il leader della Corea del Nord, Kim Joung Un.

Una visita, quella che si è svolta domenica, che ai media è stata descritta quasi casuale, estemporanea, più o meno come un'alzata d'ingegno da parte di Trump: ehi Kim, mi trovo da queste parti, perché non vederci?

Possibile? A regola sì, ma non credibile, considerando che il sospettosissimo leader coreano non ama certo le sorprese, oltre alle mille cautele da lui pretese prima di intraprendere un viaggio.

Quello del 30 giugno è il terzo meeting tra Kim e Trump. Il primo si è svolto a Singapore un anno fa, con i due presidenti che hanno concordato di migliorare le relazioni tra i due Paesi e di stendere le basi per arrivare alla denuclearizzazione della penisola coreana.

Un secondo vertice si è poi svolto ad Hanoi, in Vietnam, nello scorso febbraio, da catalogare se non come un completo fallimento, almeno come un netto passo indietro rispetto ai colloqui di Singapore.

Pertanto, questo del 30 giugno è il terzo incontro in 12 mesi tra Donald Trump e Kim Jong Un. L'incontro si è svolto nella zona demilitarizzata che divide il nord dal sud della Corea che, tecnicamente, sono ancora in guerra tra loro, visto che una pace effettiva non ha ancora posto fine al conflitto tra i due Paesi.

Durante l'incontro, Trump, accompagnato da Kim, ha attraversato brevemente la linea di demarcazione che segna il confine della Corea del Nord, diventando di fatto il primo presidente Usa in carica ad entrare in quel Paese.

Trump e Kim, hanno poi tenuto un colloquio riservato che è durato circa un'ora, che  seguito ad un breve dialogo avuto con il presidente della Corea del Sud, Moon Jae In.

Il contenuto del colloquio, di cui non sappiamo nulla, è stato poi definito positivamente, come bello, importante, ecc. ed a questo seguiranno le riunioni dei negoziatori tra i due Paesi che si incontreranno nelle prossime settimane per riprendere le discussioni su come la Corea del Nord debba rinunciare in futuro al proprio programma nucleare, in cambio di una progressiva diminuzione delle sanzioni che attualmente gravano sul Paese.

Ma è proprio questo il punto. Qualcuno può sinceramente credere che questo avverrà e, soprattutto, che Kim Jong Un abbia un qualche interesse a che questo possa avverarsi?

Quello odierno è solo un evento mediatico che i leader di Corea del Nord e Stati Uniti, ognuno per ragioni diverse, potranno rivendere in patria per alimentare la propria propaganda... ma certo non contribuirà alla denuclearizzazione della penisola coreana.