Il pretesto delle armi nascoste: come Israele giustifica i bombardamenti indiscriminati in Libano
L'immagine in alto è stata pubblicata dall'IDF il 23 settembre per dimostrare - una prova oggettivamente inconfutabile - che Hezbollah nasconde le proprie armi nelle abitazioni civili... addirittura nelle soffitte. Così è indicato il luogo del razzo nella foto ripreso in una casa nel villaggio di Houmine al-Tahta, nel Libano meridionale... la via e il numero civico l'esercito israeliano non lo ha fornito.
In funzione di una tale prova oggettivamente schiacciante, Israele ha giustificato come dovuta la carneficina che in un giorno ha prodotto in Libano 500 morti e 1.650 feriti, con il bombardamento indiscriminato di abitazioni civili effettuato con il solo scopo di far fuggire le persone che abitano in quei luoghi per creare una zona cuscinetto che, secondo l'IDF, dovrebbe consentire agli abitanti della Galilea di tornare nelle loro case senza correre il rischio di subire attacchi da Hezbollah.
L'impunità di cui ha goduto e di cui tuttora gode lo Stato ebraico ha raggiunto livelli tali di arroganza da fargli ritenere che l'opinione pubblica dovrebbe bersi qualsiasi montatura, anche la più assurda, a giustificazione dei suoi interessi criminali. Anche a Gaza, il morale esercito israeliano ha pubblicato foto e video per far credere che gli ospedali che avevano bombardato fossero rifugio di "terroristi" di Hamas e depositi di armi.
E tanta e l'arroganza di Israele che neppure si scomoda nello spiegarci perché Hezbollah dovrebbe conservare il proprio arsenale nelle case, quando ha delle basi sotterranee in cui transitano con i camion e che devono percorrere in moto, tanto sono vaste.
Ma lo Stato ebraico non ha problemi a far digerire all'opinione pubblica del cosiddetto occidente ciò che vuole... l'ebraicità e la forma democratico dello Stato sono elementi sufficienti perché qualunque decisione presa sia giusta, dovuta e sacrosanta.
Questo "leitmotiv" che sta proseguendo da decenni sta giustificando apartheid e genocidio e da parte di Stati Uniti e Europa non vi è la minima intenzione di porvi fine. In undici mesi ne hanno fatto le spese oltre 150mila palestinesi e adesso è la volta dei libanesi.
Gli attacchi aerei sul Libano del sud per creare la zona cuscinetto cui mira lo Stato ebraico continuano. Per ora, l'Iran minaccia, ma sembra anche non voler entrare direttamente nel nuovo conflitto, descrivendo come una trappola nei suoi confronti l'attacco al Libano, ma da Teheran si continua a dire che l'Iran è in credito di una risposta militare all'assassinio di Ismail Haniyeh.
Hezbollah, risponde ai raid aerei con il lancio di missili. Lunedì ha dichiarato di aver effettuato sette operazioni contro siti, basi e schieramenti dell'esercito israeliano in quella che loro definiscono Palestina settentrionale occupata.
Il quartier generale di riserva del Corpo del Nord, la base di riserva della divisione al-Jalil insieme ai suoi magazzini logistici presso la base di Amiad a nord-ovest del lago di Tiberiade e i complessi industriali militari Rafael situati nell'area di Zevulun, a nord di Haifa, i bersagli presi di mira.
Anche oggi sono stati registrati nuovi lanci di missili che avrebbero avuto come obiettivo le basi aeree di Ramat David e Megiddo.
Sarebbero finora oltre centomila i libanesi in fuga verso il nord, destinazione Beirut, mentre nell'ultimo bollettino del Ministero della Salute libanese, i morti accertati sono adesso 558 , tra cui 50 bambini.