Nuovi capigruppo in casa dem: i riformisti puntano i piedi ma Elly Schlein tira dritto
"Ieri ho partecipato per la prima volta al Prevertice del PSE a Bruxelles. Ringrazio per la calorosa accoglienza e per il confronto, è stata l’occasione anche per riabbracciare alcune persone con cui ho condiviso la mia esperienza negli anni del Parlamento europeo! Ho incontrato gli altri e le altre leader dei partiti socialisti, alcuni primi ministri e i commissari, tra cui Paolo Gentiloni e il vicepresidente Frans Timmermans per discutere le priorità europee e quelle che porteremo avanti come Partito Democratico".
Così dichiarava venerdì Elly Schlein che adesso, però, dovrà invece affrontare le "prime priorità" in casa propria con i dem che ad inizio settimana nomineranno i nuovi capigruppo di Camera e Senato.
Nelle ultime ore, dal Nazareno fanno sapere che la neo segretaria non arretrerà di un passo sulle candidature di Francesco Boccia a Palazzo Madama e Chiara Braga a Montecitorio.
Resi noti alcuni giorni fa, questi nomi avevano fatto drizzare i capelli ai cosiddetti riformisti, con Bonaccini, da poco eletto presidente, che aveva subito puntato i piedi, suggerendo cautela, dialogo, condivisione, ripensamenti... e chi più ne ha, più ne metta.
In pratica, alla prima decisione su cui i dem sono chiamati ad esprimersi con un voto, tra l'ltro su una scelta tecnica relativa alle dinamiche interne del partito ed in fondo non così tanto importante, ecco che correnti e spifferi di qualunque genere che avrebbero dovuto scomparire con il congresso appena conclusosi, si sono ripresentati alla ribalta come prima e più di prima, con tanto di dichiarazioni anonime alla stampa - vere o presunte che siano - che parlano già di fratture insanabili, scissioni alle porte, fallimenti e quant'altro.
I nuovi capigruppo dovrebbero essere nominati martedì ed è comunque positivo che Schlein tiri dritto per la sua strada perché, altrimenti, il Partito Democratico finirebbe per continuare ad essere quello che si spacciava per socialista per poi promuovere e votare tuto ciò che un qualsiasi partito di centro-destra di stampo europeo avrebbe promosso e votato.
La componente Margherita all'interno del Pd aveva trasformato i dem in una brutta copia della DC, un partito ancor più ipocrita dell'originale, mascherandosi dietro l'etichetta di socialista.
La Schlein è divenuta segretario come ultimo tentativo degli elettori di sinistra di poter votare un forza politica che oltre che dirsi di sinistra facesse anche cose di sinistra.
Come è stato dimostrato alla prima occasione, le componenti del vecchio Pd hanno subito tentato di normalizzare la Schlein che, per fortuna, sperando sia così anche in futuro, non pensa affatto di volersi far normalizzare.
E se i parlamentari ex dc ed ex renziani si sfileranno? Allora per la Schlein equivarrebbe ad aver fatto non tanto 6 ma addirittura 12 al SuperEnalotto, visto che si libererebbe di una zavorra di gente che finora ha pensato a tutto e a tutti, escludendo il bene del partito, quello del Paese e quello di chi vi abita.
La Schlein ha scelto Boccia e Braga come capigruppo e allora che Boccia e Braga lo diventino.