Alla fine dei primi 45 minuti, grazie a Shomurodov (43') e Abraham (45' + 2'), la Roma aveva ribaltato il gol del vantaggio messo a segno dal Venezia al 3' con Caldara ed era andata al riposo in vantaggio per 2-1.
Nella ripresa i padroni di casa prendono in mano le redini della partita e pareggiano prima con Aramu su calcio di rigore al 65', siglando poi il gol vittoria al 74' con un'azione in contropiede finalizzata da Okereke.
I giallorossi si riversano nella metà campo del Venezia per ritornare almeno in parità, ma sono i lagunari che in contropiede sfiorano il quarto gol con le traverse di Modolo e Henry.
Dopo il successo casalingo, il Venezia sale a 12 punti, mentre la Roma rimane ferma al quinto posto con 19 in attesa di conoscere il risultato tra Lazio e Salernitana.
Di seguito le dichiarazioni di Mourinho nel dopo partita:
"Una parte importante della storia della partita è il nostro gioco offensivo: sono le tante opportunità che abbiamo creato, sono quelle che chiamo le mezze opportunità, ossia quando arrivi in posizione super pericolosa e non riesci a fare l’ultimo passaggio e quindi gol. Abbiamo avuto una facilità tremenda a giungere in posizione di ampiezza: Karsdorp è arrivato venti volte lì ed El Shaarawy lo stesso. Dopo, abbiamo avuto gioco interiore: due attaccanti con buona mobilità, due giocatori offensivi come Pellegrini e Veretout vicini a loro, e parte della storia della partita è il nostro gioco offensivo. È difficile da spiegare come, con tanto gioco offensivo, siamo riusciti a fare solo due gol.La seconda parte della storia - è una storia più piccola - sono il secondo e il terzo gol, perché il primo gol è stato preso su palla inattiva. Anche ieri ci siamo allenati su questa situazione, e abbiamo sbagliato. Il terzo gol è un'interpretazione negativa di un possibile fuorigioco e non siamo riusciti a trovare una soluzione. Poi c'è una storia più piccola, ma che secondo me diventa un momento importante della partita: è il secondo gol del Venezia… Devo proteggere me stesso, e devo quindi restare con le mie sensazioni, però non voglio esprimere quello che sta succedendo.Possiamo parlare anche dei giocatori che dovevano prendere il cartellino giallo per falli tattici, però sono piccoli dettagli. Certo, posso anche dire che sì, abbiamo avuto tante opportunità per fare il 3-1 e la più evidente è quella di El Shaarawy. Posso anche dire che sì, abbiamo avuto tante possibilità per fare il 3-1. Ma la realtà è che eravamo sul 2-1, con la partita sotto controllo. Quello che è successo… Per me… non voglio dire niente di più. Preferisco dire solo che si trattava di un momento molto importante della partita, e basta.La mia idea è che io, da allenatore, debba mettere un po’ di ambizione, un po’ di motivazione non solo ai giocatori, ma anche a me stesso. E dire che il quarto posto sarebbe l'obiettivo per il quale lottare, non significa essere da quarto posto. Io non ho mai detto che siamo una squadra da quarto posto, ma dico e continuo a dire, e lo dirò fino all'ultima partita, fino a quando sarà matematicamente possibile, che il quarto posto è l'obiettivo per cui lottare. Ma per qualche ragione, siamo finiti sesti, settimi nelle ultime due stagioni e lo sforzo compiuto dalla Società questa estate, secondo me e secondo noi internamente, è stato un mercato reattivo, con l’obiettivo di rinforzare la squadra.Non penso che questa rosa sia migliore di quella dell’anno scorso: abbiamo perso giocatori di esperienza e giocatori di rosa. Per esempio, oggi i due terzini in panchina erano Tripi e Reynolds: il primo viene dalla Primavera, il secondo ha fatto – non so - due, tre partite in Serie A. Oggi Bruno Peres e Jesus sarebbero stati utili. Il mercato è stato reattivo e io sono assolutamente dalla parte della Società e del direttore (Pinto, ndr). Perché il mercato è stato reattivo.Per quanto riguarda il portiere no, è stata una scelta iniziale: ho fatto una richiesta. Sul terzino sinistro - perché avevamo perso Spinazzola - è stato reattivo (il mercato, ndr) e lo è stato per Tammy, per Dzeko. Tutti gli altri giocatori sono dell’anno scorso. Non penso che questa sia la stagione per attaccare gli obiettivi in classifica. Per me, da allenatore con tre anni di tempo per lavorare qui, questa può essere una stagione di dolore per il cuore e per l’anima, ma è una stagione molto, molto importante per capire qualcosa che potevo non avere capito prima di arrivare. Ma in questo momento capisco di più rispetto a due, tre mesi fa.Quanto al fatto di dare o non dare equilibrio alla Roma, le squadre si costruiscono su un modello di gioco, e il modello di gioco, quando tu hai una rosa in cui non hai due giocatori con potenziali simili in ogni posizione, anche tu come allenatore diventi reattivo. Invece di essere proattivo e costruttivo, tu diventi reattivo. Oggi, per esempio, al di là del fatto che abbiamo fatto una grande partita dal punto di vista offensivo, sufficiente per vincere, abbiamo avuto difficoltà nel costruire la squadra, anche in panchina: Karsdorp era infortunato, con un cartellino giallo.Guarda nell’Inter: se Darmian prende un giallo ed è in difficoltà, entra Dumfries. Se al Milan Kjaer è infortunato e prende un giallo, entra Romagnoli. Posso fare mille esempi. Noi siamo una squadra che si deve costruire. Però, la nostra motivazione, fino a quando sarà matematicamente possibile, sarà sempre quella di lottare per il quarto posto. Il target va messo al di là del tuo potenziale. E per gli episodi, magari un giorno capirò. Perché ci sono delle cose che con gli anni, cose nascoste, che forse un giorno capirò".