Una diversa idea di parchi ci ha visto contrapposti al voto in Commissione Agricoltura del Consiglio regionale. Nessuno dei nostri 85 emendamenti è stato preso in considerazione. E, d’altra parte, la revisione della prima bozza della proposta di legge non è stata sufficiente per noi.

Dopo che le molte audizioni hanno sostanzialmente stroncato la proposta di legge della maggioranza, il testo è stato rivisto. L’idea di creare le macroaree, ad esempio, va nella direzione che noi abbiamo sempre auspicato e si avvicina ai nostri Aress, gli Ambiti regionali di sviluppo sostenibile.

Ma il fatto che ne bastino 9, mentre noi ne proponiamo 16, di cui una nuovissima con il parco del Po, e insisteremo su questo anche in fase di discussione in Aula, la dice lunga sulla diversa filosofia che anima le due concezioni: per la maggioranza si tratta solo di un’opera di razionalizzazione e di risparmio, nemmeno fossero uffici o sportelli territoriali inutili; noi, invece, vogliamo valorizzare il concetto di area protetta, con un allargamento della partecipazione a sindaci e Comuni, con un ruolo di primo piano dei territori e dei loro rappresentanti, con una visione a largo raggio che tiene dentro la lotta all’inquinamento e al consumo di suolo. Ebbene, nella legge che propone il centrodestra non c’è nulla di tutto questo. Anzi.

Dopo nostra insistenza, gli incentivi sono stati raddoppiati, passando da 210mila a 420mila euro, ma, primo sono ancora troppo pochi e si può fare uno sforzo maggiore, inoltre sono destinati solo agli accorpamenti tra parchi regionali. Anche in questo caso, senza una visione a più ampio raggio.