"Sono emotivamente coinvolto dall'abbraccio di solidarietà e di stima che mi avete manifestato per tutto il giorno.Centinaia di telefonate, migliaia di messaggi mi hanno supportato in queste ore in cui anche manifeste maldicenze hanno avuto facile vetrina. Nelle dichiarazioni richieste dalle norme sulla trasparenza sono riportati nel dettaglio i miei patrimoni, non vi è nulla di nascosto e non vi è nulla su cui basare falsi scoop mediatici. Adesso qualche ora di riposo, da domani si riprende come sempre il lavoro alla guida della Regione più bella del mondo".
Di che cosa sta parlando il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana? Oltre che dell'inchiesta relativi ai camici forniti dall'azienda del cognato, la Dama SpA, a Regione Lombardia, delle verifiche della Procura di Milano sui suoi conti svizzeri. Un atto dovuto a seguito delle indagini.
Secondo quanto diffuso da alcuni quotidiani, nel 2005 la madre di Fontana, ultraottantenne, va alle Bahamas a costituire due trust che detenevano conti svizzeri per oltre 5 milioni di euro (attualmente ridotti a 4,4) e di cui Attilio Fontana compariva come beneficiario. Quei soldi sono poi stati scudati nel 2015, ma su di essi gli inquirenti faranno accertamenti.
Da considerare c'è anche la causale del bonifico da 250mila euro che il 19 maggio Attilio Fontana, sempre dal suo conto svizzero, ha inviato sul conto personale del cognato, Andrea Dini, con questa causale: "Acconto fornitura camici a favore di Aria spa. Si tratta di fornitura di presidi medici prodotti da Dama spa a favore di Aria Regione Lombardia".
Come spiega tutto ciò Fontana?
"Ma qual è il reato? Di solito le persone finiscono indagate perché prendono dei soldi illecitamente. Io invece rischio di passare alla storia come il primo politico che viene indagato perché i soldi ha cercato di versarli. Certo, quando è saltata fuori questa storia e ho visto che mio cognato faceva questa donazione, ho voluto partecipare anch'io. Fare anch'io una donazione. Mi sembrava il dovere di ogni lombardo.La Regione da mio cognato i camici li ha avuti gratis e l'unico reato che vedo veramente è una palese violazione del segreto istruttorio e per questo probabilmente mi rivolgerò ai magistrati di Brescia. Nel conto svizzero non c'è niente di illecito, sono capitali denunciati e scudati, un'eredità di mia madre. Non vedo di cosa dovrei vergognarmi. In questo Paese la democrazia per alcuni è stata sospesa. Anzi, non esiste più. Ci si dovrebbe indignare per quello che mi sta succedendo ma lo so, tanto è inutile, le regole ormai sono saltate".