Riguardo a questo grave problema il sindaco Andrea Romizi (FI), l’assessore con delega Luca Merli (Lega) e in generale la Giunta comunale, dovrebbero, per avere buoni risultati, cambiare del tutto la loro strategia di intervento!
Perché la città è diversa da molte altre? Sicuramente no!
Ma qualche motivo reale che rende l'equazione sicurezza=incertezza c'è sicuramente.
Forse sarà perché gli amministratori/politici del nostro Comune confondono la prevenzione con la repressione.
Qual'è la verità sullo stato della criminalità che ci fa sentire insicuri a casa nostra?
L'offesa che Perugia riceve dalla microcriminalità (che di "micro" non ha assolutamente nulla) è in uno sviluppo diverso dal resto delle città del Paese o è la nostra capacità di aggredirla e di tenerla sotto controllo che è inadeguata?
Questa è la domanda che ci dobbiamo porre ogni volta che sentiamo o leggiamo, nelle cronache cittadine, di fatti criminosi che accadono sotto il portone di casa nostra, nelle nostre strade, nelle banche o nei negozi che siamo abituati a frequentare per la nostra vita e le nostre necessità.
Sono molte le cose su cui riflettere per dare la giusta interpretazione a ciò che si fa, la necessità ed il motivo per cui farlo o non farlo!
A parte quei momenti di completa follia che, per fortuna di rado, prendono ai nostri amministratori (vedi l'ipotesi di un quartiere; Fontivegge, armato, con tanto di esercito pronto ad intervenire), cosa mettono in atto per favorire la prevenzione?
Le feste e i mercatini, organizzati sulle piazze e sui parchi per contrastare lo spaccio e la prostituzione?
Manifestazioni che durano lo spazio di una mattina o di una sera quando la criminalità è attiva per 24 ore al giorno; per 30 giorni al mese e per 365 giorni all'anno e su tutta l'urbanità cittadina? Alquanto poco probabile e molto risibile, come sistema, che possa garantire dei risultati apprezzabili!
Un'altra cosa che ha il sapore del grottesco, è riempire di telecamere la città, motivando questo inutile provvedimento come deterrente agli atti criminosi e quindi pensarlo come un ottimo sistema preventivo. È talmente ottimo che chi spaccia, chi si accoltella, chi si prende a bottigliate, chi "sradica" o fa saltare i bancomat e le saracinesche dei negozi, chi scippa nei semafori le borse facendo cadere in terra rovinosamente la gente ce lo possiamo vedere in diretta su queste "famose" telecamere; ma senza minimamente evitarlo!
C'era poi chi, con un lampo di genio, si era inventato un'App su smartphone (fortunatamente andata a “buca” anche quella) per denunciare alle Forze dell'Ordine, in diretta, la criminalità sulle strade. Tutto questo, senza rendersi conto che questa capacità di denuncia metteva i cittadini in una piena e pericolosissima situazione nei confronti dei delinquenti che accorgendosi della ripresa, della foto o comunque intuendo che la telefonata riguardava loro, poteva causare del male (anche molto grave) ai cittadini che, inconsapevoli di ciò che gli sarebbe potuto accadere, stavano facendo questo grande atto di civiltà.
Poi, ciliegina sulla torta, tutto questo inutile affannarsi è condito con un atteggiamento, nei confronti dei cosi detti "reati minori", di estrema tolleranza dalle Leggi del nostro Paese in quanto danno la possibilità ai soggetti fermati, dopo essere schedati e catalogati, di venir rilasciati quasi istantaneamente e quindi, naturalmente non redenti, a ricominciare il loro "lavoro" nella comunità dove intendono seguitare la loro nefasta opera. Sicuramente, questo modo di affrontare la "microcriminalità" non fa altro che dare un feedback positivo a chi ha l'intenzione di intraprendere la stessa carriera.
Ora è già passato il tempo delle elezioni nella nostra città e “Perugia: Social City” non può fare a meno di evidenziare che, essendo passata la possibilità di "acchiappare" voti, non stanno minimamente mettendo in atto quella miriade di pseudo-provvedimenti e promesse fatte all’epoca del “dateci il voto che faremo…”.
La "frenesia alimentare politica" è finita da più di un anno e come avviene sempre, le volontà di atti utili allo scopo di dare una reale sicurezza ai cittadini che, giocoforza, devono subire sempre senza essere ascoltati (veramente) mai, le risentiremo alla prossima consultazione elettorale.
Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)