In un nuovo libro-intervista Bergoglio racconta che Benedetto XVI ha elogiato la sua risposta al percorso sinodale tedesco. E confida di non temere la morte: “Non mi fa paura, prima o poi arriverà. Ma mi terrorizza il dolore”.

Una donna non può accedere al sacerdozio “perché non le spetta il principio petrino”, e “se non può accedere al sacerdozio, meno che meno potrà accedere all’episcopato”, e al cardinalato. Lo afferma papa Francesco, che in merito al celibato dei preti spiega che “un papa potrebbe disporre che diventi opzionale”, ma non sarà lui a farlo.


Il libro e il Sinodo
Le dichiarazioni di Bergoglio sono contenute in un libro-intervista che esce oggi.

“Non sei solo. Sfide, risposte, speranze” è il nuovo libro intervista di Papa Francesco in cui il pontefice tratta diversi temi politici, economici e ambientali. Nel volume, realizzato da Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, due giornalisti argentini, e uscito in Italia proprio in concomitanza con il Sinodo, è stato dedicato anche un capitolo al ruolo della donna nella Chiesa.

La donna nella Chiesa: prete, cardinale, vescovo o diaconesse.
Come riportato da alcune anticipazioni del libro su Repubblica, il sacerdozio femminile “è un problema teologico”. Alla donna “non le spetta il principio petrino bensì quello mariano, che è più importante (…) Il fatto dunque che la donna non acceda alla vita ministeriale non è una privazione, perché il suo posto è molto più importante” si legge.

In teoria, una donna potrebbe essere cardinale, visto che “il cardinalato non è collegato al sacramento dell’ordine, bensì alla funzione di consigliere del Papa” ha dichiarato Bergoglio. Anche se “un cardinale può eleggere il pontefice. E il papa viene scelto dai vescovi perché è vescovo di una diocesi, è vescovo di Roma. L’importante quindi è che gli elettori siano vescovi, non cardinali. Di fatto, potrei emettere un decreto che modifica i requisiti per entrare nel conclave e permettere di partecipare a un vescovo che non è cardinale. Dal punto di vista dogmatico non ci sarebbero problemi. Ma, chiaramente, se una donna non può accedere al sacerdozio, meno che meno potrà accedere all’episcopato” ha risposto Papa Francesco.

Un passaggio del libro anche sulla possibilità delle donne diacono, tenendo conto che il pontefice ha creato due commissioni per studiare l’opzione. “C’erano opinioni diverse sul fatto che avessero o meno il sacramento dell’ordine” spiega Bergoglio. “Non è una questione irrilevante perché l’ordine sacro è riservato agli uomini. Ricordiamo che il diaconato è il primo grado dell’ordine sacro nella Chiesa Cattolica, seguito dal sacerdozio e infine dall’episcopato”.

L’abolizione del celibato
Più possibilità per quanto riguarda l’abolizione del celibato obbligatorio, secondo Papa Francesco. Il celibato, dice Bergoglio, “è una questione disciplinare, il che implica che un papa potrebbe disporre che diventi opzionale“. “Che lo disponga, se lo riterrà opportuno, il mio successore” ha detto il Papa.

“È chiaro che se uno lo vive male, il celibato è una tortura, diventa impossibile. Ma non è meno vero che se uno lo vive con la fecondità del ministero che ha scelto, non solo è sopportabile, ma anche bellissimo. È ovvio che ci vuole la vocazione”.

L'articolo con la notizia è stato pubblicato da "Il Riformista".
Deluso il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati fondato nel 2003 da don Giuseppe Serrone: "Un'altra occasione persa sulla strada della riammissione dei preti sposati al ministero sacerdotale per superare la crisi dei preti generalizzata nel mondo della Chiesa Cattolica Romana. I preti sposati potrebbero essere una grande risorsa di apostolato per le celebrazioni e i sacramenti al popolo di Dio. Ora non ci resta che attendere un nuovo Pontefice più aperto e meno immobilista di Bergoglio. Potrebbe essere necessario per avviare la riforma anche la convocazione di un Concilio Vaticano III. Intanto i preti sposati con regolare percorso canonico che rimangono sacerdoti per sempre, sono tenuti ai margini delle diocesi. spesso discriminati e allontanati dal lavoro e  dalle parrocchie di residenza".